TIBET CLASSICO E FESTIVAL DI GANDEN Estensione: Everest e traversata himalaiana fino a Katmandu Viaggio in collaborazione con l’Istituto Lama Tzong Khapa (Pomaia) Dal 6 al 20 o al 24 agosto 2014
Il viaggio inizia con la visita di Lhasa con le università monastiche e la partecipazione all’importante festival di Ganden, un momento intenso della vita culturale e del folclore tibetano, tra le miriadi di pellegrini giunti da ogni dove. Il tour porta nei luoghi più affascinanti e storicamente importanti del Tibet Classico; si toccano le altre tre principali città: Tsetang, Gyantse e Tsetang, molti dei siti storici delle antiche province di U e Tsang e si raggiungono luoghi importanti nella tradizione tibetana che sono raramente visitati, inclusi eremi in cui risedettero i grandi mistici e che ora sono nuovamente utilizzati. E’ prevista un’estensione che porta ai piedi della parete nord dell’Everest e attraversa la catena himalaiana fino a Katmandu in Nepal. L’itinerario fornisce così una visione d’insieme completa del Tibet Classico e offre anche l’opportunità di giungere ai piedi della mitica parete nord del monte più alto della Terra. Si alloggia in hotel di buona qualità nei centri principali; solo a Sakya e soprattutto a Samye e a Rongbuk, per chi segue l’estensione, gli alloggi sono piuttosto modesti, ma entrambi situati in luoghi incomparabili. Tutti i trasporti vengono effettuati con veicoli privati. Accompagnano il viaggio Michele Cernuto e una guida tibetana che parla la lingua inglese. Si prevede un massimo di 12 partecipanti Una nota sull’accompagnatore Michele Cernuto (Tenzin Sherab) ha una grande passione per i viaggi e il trekking che lo ha portato a visitare molte aree del mondo, in particolare dell'Asia, dove ha avuto anche esperienze lavorative con aziende di import export europee. Si dedica alle arti marziali e fin da piccolo ha sentito una fortissima attrazione per la cultura buddista tibetana, che lo ha portato a seguire un ciclo di studi sempre più approfondito; attualmente sta completando un programma di formazione presso l’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia con la guida di Lama Tenzin Tenphel. Ha così potuto approfondire i contenuti culturali di diverse culture asiatiche. Michele è attivo in diverse attività di beneficenza e organizza eventi di raccolta fondi per i monaci del monastero buddista di Sera Jey. PROGRAMMA DEL VIAGGIO 1°g. Mercoledì 6 agosto, partenza dall’Italia Il volo da noi suggerito per raggiungere Chengdu è quello
della KLM che parte da Amsterdam e offre connessioni da Bologna, Milano Linate e Malpensa, Roma e Venezia; per orari e disponibilità contattare Amitaba – da Milano (Linate): 10.55 – 12.50 Amsterdam; partenza per Chengdu 20.50. Se venisse utilizzato un altro volo, Amitaba potrà predisporre ogni eventuale servizio aggiuntivo che fosse richiesto.
2°g. 7/8 Chengdu - Lhasa Arrivo a Chengdu alle 12.25, da dove ci si imbarca sul volo per Lhasa (orario da
confermare). A Gonsar, l’aeroporto posto sulle rive dello Tsangpo, è in attesa dei partecipanti la guida tibetana. Trasferimento in pulmino privato a Lhasa, sistemazione presso l’hotel Gang Gyen, nella città vecchia e riposo.
3°g. 8/8 Lhasa Giornata dedicata alla visita di Lhasa. Al mattino ci si reca al Potala e al palazzo estivo, il
Norbulingka. Si dedica il pomeriggio alle visite della città vecchia che fortunatamente è ancora abitata in prevalenza da tibetani, iniziando dalla magnifica cattedrale del Jokhang che custodisce la statua di Jowo Sakyamuni, una reliquia circondata di mito e leggende che è sicuramente l’oggetto più prezioso del Tibet. Si passeggia dal Barkor, il circuito sacro che la circonda, fino al convento di Ani Tshamkhung e al tempio di Ramoce, che fu fondato nel medesimo periodo del Jokhang e ospitò la sede del collegio tantrico del Gyuto, toccando anche altri siti minori, cari al cuore dei tibetani.
4°g. 9/8 Lhasa Si visitano le università monastiche poste negli immediati dintorni di Lhasa, iniziando da
Drepung che prima dell’invasione era la più grande del Tibet, dove ci si reca anche al tempio di Nechung,
una volta sede dell’Oracolo di stato tibetano che conserva dipinti difficilmente visibili altrove. Nel pomeriggio si visita l’università di Sera, dove spesso si può assistere al dibattito dei monaci, e si rientra nella città vecchia a curiosare nel Barkor.
5°g. 10/8 Lhasa – Ganden (festival) Ganden Namgyeling, l’università monastica fondata da Tsongkhapa,
capostipite della scuola Ghelupa, è costruita in posizione panoramica a 4500 mt su un monte che sovrasta la valle del fiume Kyuchu a est di Lhasa. Lo sforzo tenace e la devozione dei tibetani ha reso possibile la ricostruzione di tutti i templi principali; il grande stupa contiene alcune reliquie del corpo di Tsongkhapa che furono ritrovate passando con le mani le macerie lasciate dalla distruzione perpetrata dai cinesi, esaminando ogni pietra e setacciando anche la terra. Oggi è una giornata molto speciale perché viene esposta la grande tanka che rappresenta Buddha Sakyamuni, momento culminante di un complesso insieme di rituali officiati dai monaci a cui assistono stuoli di pellegrini, richiamati sia dall’evento che dal valore molto speciale che Ganden ha nella tradizione del Tibet. Nell’arco della giornata si eseguirà anche la breve circumambulazione del monte dove sorgono i molti templi e collegi, unendosi ai pellegrini devoti e festosi, godendo sia dell’atmosfera intensa che degli splendidi panorami che il kora offre sulla vallata del Kyuchu; sul percorso vi sono alcune grotte di meditazione e alla fine del sentiero il piccolo Gompa di Tsongkhapa. Nel pomeriggio si rientra a Lhasa.
6°g. 11/8 Lhasa – Samye Arrivati allo Tsangpo se ne segue il corso fino al ponte nei pressi di Tsetang che
porta sulla sponda nord; la si risale per un tratto incontrando inaspettatamente grandi dune di sabbia, e si giunge a Samye. E’ il più antico monastero buddista del Tibet, fondato nell’VIII secolo da Guru Rimpoce, nei pressi di una zona di belle dune di sabbia non lontano dallo Tsangpo. Il tempio principale, costruito su 4 livelli, rivela affreschi di bellezza indimenticabile e all’interno del grande recinto sacro, delimitato da un lungo muro circolare sormontato da piccoli chorten, si trovano diversi templi e grandi Stupa. La forma mandalica dell’insieme si ammira nella luce migliore al tramonto dalla vicina collina del Hepori, dove si trova un tempietto in cui spesso la sera un monaco recita le preghiere di buon auspicio alla divinità protettrice che qui risiede e la tradizione dice essere un potente demone soggiogato da Guru Rimpoce. Si alloggia presso la ‘Monastery Guest House’, un semplice hotel situato nei pressi del monastero.
7°g. 12/8 Samye – Tsetang Ci si reca al vicino eremo di Chimpu, dove alla base del monte un piccolo
monastero ospita giovani monache; passeggiando lungo il sentiero che si inerpica sul monte alle spalle del Gompa, tra formazioni di grandi massi e il bosco s’incontrano le casupole di solitari monaci e monache, piccoli templi e grotte di meditazione utilizzate dai maestri spirituali: qui si ritirarono anche Guru Rimpoce e Atisha e chi vi giunge con rispetto potrà essere invitato in alcuni di questi potenti luoghi d’energia spirituale dai sereni meditatori che hanno posto qui la propria dimora. Tornati a Tsetang si effettua una passeggiata nella parte vecchia, visitando tempo permettendo anche il convento femminile e il tempio tibetano. Sistemazione presso l’hotel Tsetang.
8°g. 13/8 Tsetang Si dedica la giornata alle visite di Tsetang e Yarlung iniziando dal tempio di Tradruk, la
cui fondazione è attribuita a Songtsen Gampo nell’VIII secolo. La struttura architettonica è simile al Jokhang di Lhasa e l’interno regala una splendida atmosfera con molte cappelle affrescate e statue di fine fattura; vi sono custodite anche alcune importanti reliquie. Si prosegue lungo la valle dello Yarlung, ricchissima di testimonianze che risalgono all’origine della storia del Tibet, con la visita del Yumbulagang, tra i luoghi più pittoreschi, che fu il primo palazzo degli antichi re ed è stato restaurato nel 1982. Ci continua con il sito delle tombe dei re di Yarlung, dove primeggia il grande tumulo di Songtsen Gampo, su cui è stato costruito un piccolo tempio da dove si ha una stupenda visuale di Riwo Dechen, un monastero dove però i cinesi non permettono di andare. I tumuli dei re di Yarlung non sono mai stati oggetto di scavi archeologici e pare che non siano stati profanati: la tradizione tramanda che sotto il tempio dedicato a Songtsen Gampo vi siano interrati cinque templi a struttura mandalica, con la salma del grande re posta nel tempio centrale e circondata da innumerevoli tesori. Ci si reca quindi a due delle grotte di meditazione più venerate di questa parte del Tibet. La prima, Bairo Phuk, è il minuscolo eremo utilizzato nell’VIII secolo da Vairochana, uno dei discepoli principali di Guru Padmasambhava, o Guru Rimpoce per i tibetani. A Rechung Phuk si ritirò il prediletto discepolo di Milarepa, il grande Rechung; il monastero è stato distrutto dai barbari invasori, ma i tibetani hanno ripristinato il tempio all’ingresso della grotta che conserva oggetti appartenuti al grande mistico.
9°g. 14/8 Tsetang – Gyantse Lasciata Tsetang risalendo per un tratto una vallata verso sud si visita Orgyen
Mindroling, il monastero di scuola Nyingmapa più importante del Tibet Classico; fondato nel 1670, più volte distrutto e ricostruito ma in buona parte restaurato, conserva interessanti opere d'arte. Proseguendo lungo lo Tsangpo si sosta poi al monastero sakyapa di Gonsar Chode, dove molti degli affreschi originali sono sopravvissuti alle vicissitudini dell’invasione cinese. Si lascia la grande valle dello Tsangpo salendo
verso sud al passo di Gampa (4794 mt) che offre una visuale indimenticabile sul vasto specchio turchese dello Yamdrok Tso, una delle perle naturali del Tibet, incastonato tra magnifiche vette di cui alcune superano i 7000 metri. Raggiunte le sponde del lago se ne segue il perimetro per un bel tratto e con una deviazione ci si reca al monastero di Samding, uno dei rari siti dell’esoterica scuola dei Bodonpa che risale al XII secolo, la cui badessa è riconosciuta come una Kandroma (dakini) ed è considerata una delle maestre spiritualmente più elevate del Tibet. La posizione è fantastica, con grandiosi panorami sui monti e sul lago, e nel Gompa si trovano molti affreschi recentemente restaurati. Proseguendo, si valica lo spettacolare passo di Khari (5045 mt) dove la strada passa tra le pasture degli yak sfiorando i poderosi ghiacciai del Nyengchen Kang Ksa, la cui vetta si staglia oltre i 7000 metri, e, dopo aver costeggiato un lago di origine artificiale, si arriva a Gyantse, dove si alloggia all’hotel Yeti.
10°g. 15/8 Gyantse Gyantse è la città del Tibet Classico meglio preservata. L’enclave monastica prima delle
distruzioni perpetrate conteneva 16 collegi monastici appartenenti a diverse scuole; fortunatamente il tempio principale, lo Tsuklakhang (XV sec.) e la costruzione più preziosa, l’inestimabile stupa di Kumbum, sono rimasti intatti. Lo “Stupa delle 100.000 divinità” è una struttura costituita da più piani progettati secondo una planimetria mandalica arricchita da 75 cappelle, statue e affreschi: chi è in grado di decifrarne la complessa simbologia può leggervi l’intero percorso iniziatico del misticismo tibetano. La visita al castello di Gyantse regala un’ottima panoramica sul complesso, sulla cittadina e le valli circostanti.
11°g. 16/8 Gyantse – Shigatse Prima di arrivare a Shigatse una breve deviazione porta a Shalu, sito del
tempio di Serkhang Tramo, che conserva un’antica atmosfera dove si indovinano interessanti affreschi nella penombra; fu qui che Buton Rimpoce nel XIV secolo editò i 227 volumi del Canone Buddista Tibetano; nei pressi si trova l’antichissimo tempio di Gyengong Lhakang, fondato nel 997. Giunti a Shigatse, seconda città del Tibet, ci si reca a visitare il grandioso monastero di Tashilhumpo fondato dal primo Dalai Lama nel 1447, uno dei più grandi del Tibet, con molti templi e sale dove sono conservati inestimabili tesori tra cui primeggiano i giganteschi Stupa dei Panchen Lama. Dopo una passeggiata nella parte vecchia della città ci si sistema al Manosarowar hotel.
12°g. 17/8 Shigatse – Sakya Nei pressi di Shigatse si sosta a Nartang, un complesso di cui restano ancora
buona parte delle mura perimetrali, dove è custodita un’antica collezione delle matrici in legno del Kangyur, il Canone Buddista Tibetano, che si dice risalire all’epoca di Buton Rimpoce. Si continua lungo la strada che porta verso Lhartse e il Nepal lasciandola per seguire una valle che riporta verso nord al fiume Tsangpo, attraverso uno splendido ambiente rurale, e se ne risale il corso fino al monastero di Puntshok Ling. Il Gompa sorge vicino al fiume immerso in una natura splendida a ridosso dei contrafforti rocciosi che delimitano l’ingresso di una valle che si apre verso sud, è incorniciato da incredibili dune di sabbia e sovrastato da vaste fortificazioni che ne testimoniano il grandioso passato. Questo sito fu la sede principale della scuola Jonang fino ai tempi del maestro Taranatha (XVII secolo); sorprende per la bellezza architettonica dell’insieme e la qualità dei ben conservati affreschi. Si prosegue lungo lo Tsangpo fino al vecchio villaggio di Lhartse, dove si trova anche un interessante monastero e si continua quindi per Sakya dove si alloggia presso il Sakya Manosarovar Hotel.
13°g. 18/8 Sakya Il colossale tempio – fortezza di Sakya, posto alle propaggini della grande catena
himalaiana, tra il 1268 e il 1365 fu anche sede del governo del Tibet; è un sito ottimamente conservato di dimensioni impressionanti, con molti monaci che sono da tempo tornati a viverci, ed è ricchissimo da visitare. Già nelle torri perimetrali sono alloggiati dei templi e all’interno delle poderose mura si trovano una serie di edifici importanti, tra cui la casa dell’Abate accanto a cui si trova un impressionante Gonkhang, e, se si sale sul tetto del tempio centrale, si trova la cappella del protettore principale, luogo di grande forza esoterica. Ma è dal cortile più interno che si accede a tre colossali Lhakhang, con una profusione di affreschi e reperti artistici eccezionali: a sinistra quello dedicato alle cerimonie rituali, a destra uno che conserva colossali Stupa dei maestri storici dei Sakya e incredibili affreschi di mandala e, di fronte, la sala principale dove nella mistica penombra vi sono statue di fattezza perfetta. Dietro a questo tempio si trova una delle biblioteche più preziose del Tibet, con migliaia di testi originali posti su scaffali alti una diecina di metri o più. Sul monte di fronte al complesso oltre il precipitoso torrente vi sono le rovine dello Dzong più antico e i resti di vecchi templi con un certo numero di chorten, alcuni templi attivi, tra cui quello edificato di fronte alla grotta del grande Siddha Kunga Nienpo, mitico fondatore della scuola sakyapa, e il convento femminile.
Per chi rientra: 14°g. 19/8 Sakya – Lhasa Si saluta il capogruppo italiano e si torna verso Shigatse accompagnati da una
guida locale di Amitaba, seguendo la comoda strada che giunge dal Nepal, valicando un alto passo
attraverso un ambiente naturale molto bello. Oltre Shigatse si risale il corso dello Tsangpo verso est fino alla confluenza col fiume Kyuchu, di cui si risale il corso fino a Lhasa; prima di giungere in città si visita il monastero di Nyetang Dolma Lhakhang, storicamente importante perché fu la dimora di Atisha, con reperti artistici belli e importanti. A Lhasa si alloggia presso l’hotel Gang Gyen.
15°g. Mercoledì 20 agosto Il volo per Chengdu parte alle 10.00 con arrivo alle 11.45 (orario da confermare).
Il volo della KLM parte da Chengdu per Amsterdam alle 14.15 con arrivo alle 18.55. Si riparte per Milano Linate alle 21.00 con arrivo alle 22.40; per gli orari su Bologna, Milano Malpensa, Roma e Venezia contattare Amitaba.
Per chi prosegue: 14°g. 19/8 Sakya – Rongbuk Rientrati sulla strada principale si supera Lhartse e si valica un passo di circa
5000 metri che si apre sulla valle di Shegar, dove con una breve deviazione ci si reca a visitare le rovine di un affascinante Dzong che i tibetani chiamavano la “Montagna di Cristallo”; nella parte più bassa il tempio principale è stato ricostruito e vi vivono dei monaci. Per chi ha voglia di cimentarsi, dalla sommità dell’affascinante colle fortificato nelle giornate limpide lo sguardo spazia fino all’Everest. Si prosegue valicando un altro passo che supera anch’esso i 5000 da dove, se è limpido, lo sguardo spazia dal Makalu al Cho Oyu con l’Everest (chiamato Chomolungma in tibetano) che troneggia al centro. Raggiunte le acque dell’Arun, dove lungo la bella vallata si incontrano tipici villaggi di montagna tibetani, se ne risale il corso per un tratto e, seguendo una valle laterale, di colpo a una svolta si ha la grandiosa visuale della parte nord del monte più lato della Terra! Le albe e i tramonti che si godono da questo prezioso luogo restano per sempre nel cuore. Sistemazione presso la semplice Monastery Guest House.
15°g. 20/8 Rongbuk: campo base dell’Everest Giornata dedicata all’esplorazione; a Rongbuk il monastero è
stato in parte ricostruito mentre sul versante est della valle le rovine del convento femminile testimoniano la scelleratezza degli invasori. Il campo base del Chomolungma, posto a circa 5000 metri d'altezza, si può raggiungere a piedi (circa 8 km per la maggior parte pianeggianti) o utilizzando l’autobus della ‘Everest Conservation’, l’organizzazione che cura il parco. Al campo base si trovano delle tende dove si può mangiare e riposare; la visuale sulla parete nord dell'Everest è onnipresente. Sul lato orientale della valle poco oltre Rongbuk tra i colossali massi di un'antica frana si nascondono gli eremi di meditazione dove gli yogi tibetani si ritiravano, sfidando anche il freddissimo inverno; è un sito interessantissimo da esplorare. Qui un piccolo tempio è stato ricostruito nel punto in cui vi è una grotta che i devoti dicono essere stata utilizzata anche da Guru Rimpoce. Tornando dal campo base il percorso più bello si ha salendo per un tratto le morene che lo sovrastano a est e seguendo da lì il bordo della montagna, individuando il vecchio sentiero.
16°g. 21/8 Rongbuk – Tingri - Zangmu Si segue per un breve tratto la strada dell’arrivo e la si lascia verso
ovest seguendo le alte pasture degli yak valicando un passo che porta nel bacino del Cho Oyu e da qui verso Tingri, dove si incontra la strada che porta verso il confine nepalese. Oltre Tingri si valica il passo di Lalung, a 5200 mt, dove le vaste pendici dello Shisha Pangma dominano la vista a sud ovest e a est un mare di monti glaciali culmina nella vetta del Cho Oyu. Si scende rapidamente e si arriva al sito del monastero di Milarepa, recentemente restaurato. Si continua verso sud immergendosi in gole ripidissime e umide, ricche di cascate che si fan largo nella foresta; un totale cambiamento ambientale. Si sosta a Zangmu, punto di confine, presso l’omonimo hotel.
17°g. 22/8 Zangmu – Katmandu Si attraversa il “ponte dell’amicizia”, che segna l’ingresso in Nepal. Si
viene accolti dal corrispondente nepalese di Amitaba e si arriva nel pomeriggio a Katmandu, dove si alloggia presso l’hotel Vajra.
18°g. 23/8 Katmandu e volo di rientro Tempo libero fino alla partenza, ottima opportunità anche per fare
degli acquisti, un’attività per cui la città è giustamente famosa. Se si rientra in Italia con KLM ci si imbarca su un volo di collegamento nel tardo pomeriggio, dove si resta nell’area transiti dell’aeroporto; in funzione del volo d rientro utilizzato, Amitaba potrà fornire ogni servizio aggiuntivo che possa essere richiesto sia a Katmandu che a Delhi.
19°g. Domenica 24 agosto, arrivo a destinazione Il volo della KLM parte da Delhi alle 3.10 con arrivo ad
Amsterdam alle 8.20. Si riparte per Milano Linate alle 10.30 con arrivo alle 12.10; per gli orari su Bologna, Milano Malpensa, Roma e Venezia contattare Amitaba.
COSTO DEL VIAGGIO IN PREPARAZIONE
L’iscrizione e la partecipazione al viaggio è regolata dalle Condizioni di Partecipazione; la quota include una “Polizza di assistenza sanitaria, rimborso spese mediche e danni al bagaglio” fornita da Europ Assistance e una
“Polizza viaggi rischio zero” fornita da Navale Assicurazioni. Le normative (Condizioni di Partecipazione e Assicurazioni), i massimali assicurati e le possibili integrazioni sono riportati nel sito di Amitaba e disponibili presso la nostra sede. Amitaba S.r.l. è un operatore turistico legalmente costituito con sede in piazzale Aquileia 8 a Milano, iscritto al Registro Imprese della Camera di Commercio di Milano col numero 185906/2000, REA numero 1623197, partita IVA 13152290154. E’ autorizzato a svolgere la propria attività con licenza rilasciata con il decreto della Provincia di Milano numero 67762/00 del 30/10/2000. Amitaba S.r.l. ha stipulato ai sensi dell’art. 99 del Codice del Consumo (D.Lgs. n. 206/2005) una polizza per la Responsabilità Civile Professionale con la Navale Assicurazioni S.p.A. n. 100073953 per un massimale di € 2.065.000,00.
L’ALTA QUOTA DEL TIBET
Andare in Tibet significa sperimentare la vita ad altitudini che non ci sono abituali: Lhasa stessa si trova a 3600 metri di altitudine. La buona riuscita di un viaggio quindi deve sempre tenere in considerazione questo fattore. Per l'adattamento è necessario prevedere una gradualità di salita e bisogna non esagerare negli sforzi fisici nei primi giorni. L’itinerario previsto tiene conto di queste esigenze; si inizia da Lhasa e le soste a quote più elevate si hanno dopo alcuni giorni, con il punto più alto a Sakya a circa 4200 mt. Si valicano anche dei passi, ma la quota di questi non deve preoccupare perché poi si scende a elevazioni inferiori. Per chi si reca all’Everest si sosta a quasi 5000 mt di altezza per due notti, al termine del viaggio Molte persone hanno avuto un riscontro positivo utilizzando il diuretico Diamox, somministrato in dosi minime ma preventive (1/2 pastiglia mattino e sera da 36 ore prima della salita in quota e per le prime 36 ore in quota, totale: 3 pastiglie) accompagnato dall’ingerimento di almeno 2/3 litri di liquidi al giorno. Il farmaco si è inoltre rivelato utile anche per un uso successivo al manifestarsi dei sintomi del mal di montagna. Per l’utilizzo di Diamox è necessario però rivolgersi al proprio medico. Si consideri comunque che migliaia di persone affrontano queste difficoltà senza particolari disturbi.
CLIMA E ATTREZZATURA
Nei centri principali del Tibet Classico è raro che la temperatura scenda sotto i 10°c e le massime sono sopra i 20°c; il punto più freddo del tour è Sakya, con minime possibili di 5°c. Chi si reca Rongbuk deve essere attrezzato per temperature che possono andare a volte sotto lo zero. Si tenga presente che alle alte quote del Tibet le escursioni termiche possono essere notevoli e il sole può bruciare la pelle nonostante l’aria fresca. Possono esserci piogge, che solitamente se si verificano sono di breve durata; ma negli ultimi anni anche in Tibet il clima è meno prevedibile. E' opportuno attrezzarsi con indumenti caldi per passare con tranquillità le serate più fredde; si consiglia di portare dei capi in pile e una giacca da montagna possibilmente in goretex piuttosto larga sotto cui indossare degli strati termici. Scarpe comode, e un paio di scarponcini caldi adatti ai percorsi a piedi. Portare anche un piccolo zaino per gli oggetti d’uso giornaliero. E’ importante un buon paio di occhiali perché la luce solare può essere particolarmente intensa; anche guanti, cappello, creme da sole efficaci, protettivo per le labbra, quanto serve per lavarsi e una pila, possibilmente frontale. Per chi ama la fotografia, si consiglia di portare il filtro polarizzatore
AMITABA Piazzale Aquileia 8 – 20144 Milano; tel. 02 33614196, fax 02 43413600 www.amitaba.net posta: facebook.com/amitaba.net
Jaargang 2 nr 7 24-07-2009 GRANENOOGST 2009 De granenoogst zal de komende weken aanvangen. Velen van u hebben het granenformulier al ingevuld en retour gestuurd. Heeft u dit nog niet gedaan, dan willen we u bij deze oproepen dit alsnog te doen. U heeft een granenformulier thuis toegestuurd gekregen, u kunt dit invullen en retour faxen. (0227-581941) Ook kunt u het formulier digitaal inv
Consensus Document on the Management of Cellulitis in Lymphoedema Cellulitis is an acute spreading inflammation of the skin and subcutaneous tissues characterised by pain, warmth, swelling and erythema. In lymphoedema, attacks are variable in presentation and, because of differences from classical cellulitis, are often called acute inflammatory episodes. Cellulitis will be the term