Amiche e Amici Rotariani e non, Autorità tutte, Buona Sera e grazie per la vostra partecipazione a que-sto, per me importante, appuntamento del Rotary Club di Modica.
In circostanze come questa si è soliti aprire la relazione con parole ormai da tempo codificate. Si usa dire: sarò breve. Io che, per professione, sono stato parlatore, seppur di modesto spessore, quando se ne è presentatal’occasione, non sono stato proprio parco di parole, ma, stasera, dovrò essere breve anch’io, almeno perdue ragioni: innanzitutto per rispetto verso la vostra capacità di pazientare e poi anche per riguardo ver-so le mie corde vocali, già abbondantemente logorate dall’esercizio che ne ho fatto da docente nei liceidi Scicli, Ragusa e Modica in tempi abbastanza lontani. Alcuni dei miei tanti alunni di allora sono qui stasera in veste di soci o di graditi Ospiti. I loro nomi - Gianfranco, Roberto, Vincenzo, Enrica e Margherita, Elvira, Saveria; manca Antonello, è ve-ro, ma vedo che ha mandato papà Mario a ben rappresentarlo – i loro nomi, dicevo, mi riportano indietroa una scuola che, se non era l’Eldorado della formazione, era sicuramente il luogo dove si riusciva agettare le basi per una buona opportunità di crescita e dove era ancora possibile, pur fra le tante diffi-coltà, progettare il proprio futuro. E chiudiamo subito la parentesi, altrimenti non stiamo più nella premessa. Devo essere breve, ho appena detto.
E, allora, in primis, vorrei introdurre i componenti del mio Consiglio Direttivo, che ringrazio di cuore peressersi resi disponibili a partecipare e a condividere con me l’onere di questa responsabilità che ci pre-pariamo ad assumere, e che cito in rapida successione:
Presidente Uscente: Giovanni FavaccioVice Presidente: Roberto FallaPresidente Eletto: Carmelo AgostaSegretario: Orazio LicitraTesoriere: Filippo CastelletIstruttore: Guglielmo CartiaConsiglieri: Giuseppe Agosta, Antonio Borrometi, Franzo Bruno, Ignazio Galfo, Fabio Iacono, NisvetaKurtagicPrefetto: Margherita Occhipinti
Un sentito ringraziamento lo rivolgo ai Soci tutti del mio Club che hanno voluto esprimere un generosoatto di fiducia nei miei confronti nell’affidarmi il mandato della Presidenza del Club.
E, a questo punto, però, sento anche di dovervi dire che tutti i dubbi e le perplessità che i Soci non han- no, almeno apertamente, manifestato su qualche mia presunta qualità, bene sappiate che me li sono espressi e tuttora me li esprimo da me. Quando, infatti, la sera del 2 Dicembre dello scorso anno, in sede di Assemblea, mi fu ufficialmente affi- data la Presidenza del Club, io, per un verso, non ho avuto alcuna esitazione ad accettare, ma ho, im- mediatamente dopo, avvertito, ricordo bene, un lieve sobbalzo interno, che tanto lieve non deve essere stato, e nemmeno, a ben considerare, così interno, se è vero, come è vero, che un caro amico, seduto a me vicino, dotato di occhio clinico e di innato senso dello humour, mi ha subito fraternamente offerto il suo sostegno dicendomi “Non ti preoccupare, tanto… un anno passa presto e poi sarai anche tu past president. Devi sapere che past è acronimo di puoi adesso stare tranquillo”. Ora, per dirla tutta, queste parole, che nelle sane, affettuose intenzioni del mio caro amico avrebbero dovuto agire come lenimento, in verità in me provocarono una sorta di repentina, momentanea scossa, in quanto prefigurai su di me non l’incidente prossimo di una punturina d’insetto molesto, bensì quello di una violenta, seppur breve, grandinata. Passa presto anche questa, ma spesso lascia i segni del suo passaggio. Da tale inattesa scossa, però, mi ripresi subito, perché in quel temporaneo, diciamo, smarri- mento, ebbi la fortuna di posare gli occhi sul caro Sandro, Sandro Gambuzza, e dalle sue labbra colsi quella che è l’espressione sua più tipica: E che c’è problema? Ma qual è il problema? Queste parole fecero eco dentro di me: “Qual è il problema?”, mi son detto “A ben guardare, infatti, non c’è nessun problema. Anzi, caro Andrea, sei in una botte di ferro, perché è vero che ti ritrovi nella veste di novello inesperto timoniere, però disponi di quel bel capitale che è la tua buona volontà; non solo, ma - fatto di gran lunga assai più importante – per tua fortuna ti trovi ad avere come compagni di viaggio fior di capitani di lungo corso, e, se opportuno o necessario, disponi anche dell’assistenza delle alte sfere
dell’ammiragliato a noi più vicino, potendo tu contare sul supporto di Francesco prof. Mangione, di Fran-cesco dott. Arezzo e, per restare in tema marinaro, di tutto il resto della Capitaneria di Porto, che è il no-stro Distretto Rotariano nelle sue più qualificate rappresentanze e la cui sintesi qui stasera, in rappre-sentanza dell’attuale Governatore Lombardo, ha il volto di Peppe Lizzio, al quale affido un saluto affet-tuoso da consegnare a Titta Sallemi e a Riccardo Gafà.
E, a questo punto, ho davvero il piacere particolare di fare il nome di un signor rotariano sul cui sostegnosono certo di potere fare affidamento in qualunque momento, un signore che dello spirito rotariano hafatto un vero e proprio stile di vita. Questo signore - sono certo che tutti voi condividiate questa mia af-fettuosa personale notazione - si chiama Nino avv. Galfo.
Una ultimissima affettuosa nota di ringraziamento, se mi è permesso, la devo rivolgere alle mie figlie,Debora e Manuela e alle rispettive metà, Alberto e Alessandro, per avermi assicurato la gioia della loropresenza qui stasera. Ad onor del vero, una delle due metà, Alessandro, per sfortunato sorteggio, è ri-masto a casa a Balata nelle vesti di premuroso baby-sitter.
Beh, ora, figurarsi se ometto di ricordare la mia metà, che ringrazio sin d’ora per l’attività di solerte se-gretaria personale, senza la quale andrei incontro a chissà quante imbarazzanti e mortificanti dimenti-canze. Vedi, Orazio, già la tua insostituibile opera è a me di grande conforto; se, poi, considerol’appendice del service di mia moglie, ecco, mi ritrovo, ancora una volta, in una …botte di ferro.
Ho finito coi ringraziamenti. E ora, dopo quanto vi ho detto, siete in condizioni di intendere perché io non ho avuto un minimo di esi-tazione ad accettare l’incarico.
Insomma, a farla breve, con questa mia certezza di potere contare, in una parola, sulla partecipazione ditutti i soci del Club, comincia oggi il nostro viaggio insieme. Per quali rotte?, vi chiederete: Anche qui, a ben vedere, non c’è poi da arrovellarsi più di tanto. Le rotte,per continuare nella metafora, sono in buona parte segnate sulle mappe nautiche del Rotary Internatio-nal, e tutte, o quasi tutte, già da tempo consolidate.
La prima rotta è quella che porta all’Azione Interna. Su questo versante il mio principale obiettivo è quello di operare perché tutti i componenti della famigliadel Rotary di Modica stiano armoniosamente e, se possibile, simpaticamente insieme, per essere…semplicemente utili. Semplicemente utili è un’espressione che ho di proposito mutuato da un slogan pubblicitario dei Lions,apparso qualche mese fa su un quotidiano. E’ così, in estrema sintesi, che io vedo i Soci, i familiari e gliamici del nostro Rotary Club: tutti tesi a stare armoniosamente insieme per rendersi semplicemente utili.
Le occasioni principali per stare insieme saranno, come sempre le conviviali, le escursioni e le gite, pos-sibilmente del tipo che un tempo si chiamavano fuori porta, a breve gittata, insomma, quelle gite che ciconsentiranno di approfondire la conoscenza del nostro stesso territorio. A proposito, potrebbe conside-rarsi una gita fuori porta anche la gita a respiro - sia detto con un po’ di sana ironia - internazionale checi proponiamo di effettuare, se possibile, a Malta.
In riferimento alle conviviali , chiamiamole, rinforzate, quelle che, per intenderci, prevedono la presenzadi un relatore, sono in condizione di potervi anticipare il contenuto di quelle che si terranno a Luglio e inAgosto. La prima di esse verterà su un evento occorso, mese più, mese meno, 14 miliardi di anni fa e inquesta occasione ci terrà compagnia il professore Franco Ragazzo. Il tema della conversazione nella seconda conviviale vorrà essere una sorta di sentito omaggio al carru-bo e sarà trattato dall’Avv. Elio Ripoli, consuocero dei nostri amici Zacco.
Saranno, come già detto, particolarmente queste le occasioni in cui i componenti della famiglia rotarianasi ritroveranno insieme.
E della famiglia del Rotary, mi preme ricordarlo, fanno parte soprattutto e a buon diritto le ragazze e i ra-gazzi dell’Interact, le giovani e i giovani del Rotaract, e le due ruote interne dell’Inner Wheel, ma, ognivolta che lo consentono le circostanze, anche i nostri amici rotariani e non rotariani vicini e lontani.
In particolare, in forza della condivisione di percorso, voglio proprio sottolinearlo, a rischio di risultare ri-petitivo, ( mi capita, d’altronde, di esserlo sempre più spesso) ci accompagneremo , pur nella diversitàdei ruoli, con Interact e Rotaract. D’altra parte, si insiste in tutte le sedi e in ogni possibile occasione sulla necessità di apertura verso leNuove Generazioni. E noi avremo un occhio di riguardo per i nostri Giovani, per quelli che non hanno bisogno di mostrare al-cun documento per dichiarare la propria giovinezza, ma anche per gli altri giovani, per tutti quelli tra noi -e non siamo in pochi - che orgogliosamente e caparbiamente rivendichiamo ancora un qualche residuodi giovinezza contro ogni, purtroppo impietosa, evidenza anagrafica. Giovani e meno giovani, in sostanza, troveranno nel Club opportunità di confronto e di serena conviven-za, pur nella diversità delle proprie collocazioni.
Dicevamo: che cosa intendiamo realizzare e come intendiamo muoverci per realizzare i nostri obiettivi?Dell’Azione interna ho già detto. Sul versante dell’Azione Internazionale, grazie alla sensibilità e al senso di responsabilità di tutti i Soci,potremo assicurare una rigorosa puntualità nel versamento delle quote del Club al Distretto, al RotaryInternational e alla Rotary Foundation, garantendo, così, il nostro piccolo, ma dignitoso contributo allarealizzazione dell’Azione Internazionale del Rotary stesso. Continueremo il Matching Grant con il Rotary Club di Bamako in Mali, che Giovanni ha avuto il merito diavviare, contribuendo a rafforzare il presidio ospedaliero di quella città per quanto attiene al reparto diOstetricia e Pediatria.
Oltre al cannocchiale che ci consente di guardare ai fatti lontani ricorreremo all’ausilio della lente di in-grandimento per guardare con occhio particolarmente attento e scrupoloso al territorio a noi più vicino,dove non mancano sicuramente le invocazioni alla solidarietà e alla sussidiarietà. E in questo preciso ambito noi ci avvarremo di un osservatorio altamente affidabile, quello rappresentatoda Don Antonio Sparacino, che, vivendo la quotidianità del rapporto con indigenti e bisognosi di ogni etàe nazionalità, può fornire al Club indicazioni precise e preziose al riguardo.
Altre importanti indicazioni in tal senso potranno esserci fornite dai risultati di un incontro fra gli Operatorisociali Istituzionali delle città di Modica, Scicli, Pozzallo e Ispica, che è nostro proposito organizzare en-tro l’anno rotariano 2011-2012.
Nel definire e circoscrivere, poi, l’area dell’Azione verso le Nuove Generazioni, ritengo quanto mai op-portuno rivolgere particolare attenzione verso quella fascia di età che, per definizione, appare essere lapiù esposta a rischi di varia natura. Mi riferisco alla fascia degli adolescenti per i quali è previsto un in-contro, verosimilmente in una delle scuole secondarie di Modica - possibilmente il Liceo Scientifico Ga-lilei, quanto meno per mio maturato e, spero, riconosciuto diritto d’asilo. In questo appuntamento verrebbe discusso il tema dell’abuso di alcool in età adolescenziale. Tale incontro potrebbe considerarsi come naturale evoluzione di una iniziativa (Un Soffio per la Vita) cheil Rotary porta avanti da anni e che è tesa a prevenire e, comunque, a limitare le conseguenze chel’abuso di alcool produce sui soggetti più facilmente esposti e fragili. In questa occasione Interact e Rotaract non mancheranno certo di darci una mano.
E li avremo sicuramente vicini, l’Interact e il Rotaract, anche nella realizzazione di uno spettacolo sullaemigrazione, che abbiamo in animo di portare in scena nel Novembre di quest’anno . Sarebbe, questa, la terza esperienza teatrale, che speriamo possa avere lo stesso successo che Gio-vanni e i Rotaractors hanno fatto registrare con le due precedenti edizioni, che hanno, entrambe, svilup-pato il tema della Sicilianità. La scelta del tema della emigrazione - superfluo dirlo - è strettamente correlata alla cronaca dei nostrigiorni, che è sotto gli occhi di tutti, ma è dettata anche dallo scopo – non secondario per importanza – diaprire gli occhi dei pochi che ancora non sanno e di rinfrescare la memoria ai tanti che ne hanno persola traccia sulla epopea della nostra emigrazione di Siciliani nel Mondo.
Nello stesso contesto va collocata una proposta che sottoporrò alla attenzione del Consiglio Direttivo, laproposta, cioè, di sponsorizzare la stampa di 40 o più cartelle curate dal prof. Saija della Università diMessina per una mostra itinerante sulla emigrazione dei nostri nonni e bisnonni. Tali cartelle costituireb-bero la principale dote del Museo dell’Emigrazione in corso di allestimento a Giarratana.
Per fare fronte agli impegni di spesa - sempre che i progetti appena citati incontrino il parere favorevoledel Consiglio Direttivo - per evitare di gravare pesantemente sulle finanze del Club, sarà mia cura prov-vedere a effettuare una serie di, diciamo, vacazioni esplorative presso sensibili imprenditori e aziendelocali per il reperimento di una parte sostanziosa dei fondi utili allo scopo.
E ora, avviandomi alla conclusione, Vi confesso di essere assolutamente consapevole che quanto ilClub farà in termini di service sarà pur sempre poca cosa. Noi - inutile rimarcarlo - non abbiamo la ben-ché minima pretesa di risolvere i problemi del mondo. Figuriamoci… Sappiamo bene che un paio di mil-lenni orsono ci provò Chi se ne intendeva davvero e finì come tutti sappiamo. Noi possiamo solo coltiva-re qualche seme di speranza e di carità da consegnare a chi ha più bisogno di noi. E ci è di gran con-forto, tuttavia, sapere che, in fondo, tutto nasce sempre da un piccolo seme.
Mi sia consentita, infine, prima di chiudere questa mia dichiarazione di intenti - che a tratti è stata unavera e propria esternazione di stati d’animo - mi sia consentita, dicevo, una affettuosa esortazione aimiei cari consoci tutti: siatemi vicini. Io conto tanto sulla Vostra partecipazione e farò di tutto perché questa sia una piacevole consuetudine. Sicuramente meriterò di essere ripreso per l’incompletezza e l’approssimatività del mio operare, per,ahimè, la mancata stretta osservanza di qualche norma statutaria dovuta alla mia innata incapacità di ri-spettare l’ortodossia di quella che si potrebbe definire la sintassi delle norme, ma – state pur certi - nonmi sottrarrò al dovere di intendere e mettere in atto il senso delle stesse norme. Posso darvi assicurazione che nel nostro viaggio insieme procederemo avendo sempre a portata di ma-no la bussola del buon senso. E, in ogni caso, quale che sia il risultato del mio impegno personale, mi conforta pensare che se mi ve-drete esitare o, peggio, incespicare nel mio percorso, Voi sarete lì pronti a porgermi una mano.
Auguro un sereno anno rotariano e buona salute a tutti.
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HR & Administrative September 28, 2011 Key Topics in This Issue: Open Enrollment Prescription Drugs Coming Off Patent Voluntary Benefits Open Enrollment Mistakes to Avoid ___________________________ As the season for Open Enrollment and renewal of your employee benefits plans descends, a few timely reminders may help avoid enrollment mistakes that can resul