Chiro 9.2013 w

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RIVISTA DI INFORMAZIONE E ATTUALITA’ VETERINARIA
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il Chir one on line 9.2013 dalla s t ampa int ernazio nale

Interventi migliori e rapidi con la tele-medicina

Il titolo richiama quelli che sono gli obiettivi della tele-medicina, un’industria in rapida crescita, una frontiera che la tecnologia sta aprendo a ogni area della medicina e che permette ai professionisti pratici di ricorrere a immagini per trattare i loro pazienti. I progressi della tecnologia permettono oggi anche ai veterinari di beneficiare in tempo reale di consultazioni con specialisti. E’ soprattutto la possibilità di avere ampia risposta in brevissimo tempo che sta portando la tele-medicina a espandersi oltre quella che è stata la sua base di partenza, la tele-radiologia, verso nuove aree quali la tele-endoscopia, i tele-ultrasuoni, la tele-artroscopia e la tele-odontoiatria. Secondo le previsioni dei centri di ricerca specializzati in questa branca, il mercato globale della tele-salute dovrebbe raddoppiarsi entro il 2016 e sarebbe quello veterinario il settore a trarne i maggiori benefici. Già oggi, se si digita al computer il termine tele-medicina-veterinaria sono numerosi i risultati, indice di una crescita straordinaria del settore. L’industria crede nello sviluppo di questa branca della medicina: lo dimostra il suo impegno in un’azione di convincimento dei veterinari nel valore di una partnership con specialisti di tele-medicina, invitandoli nel contempo all’acquisto di avanzate attrezzature idonee alla pratica telematica. (Jergler D. (2013) Telemedicine is better, faster, now. Vet. Practice News, Feb. 06)

Particelle virus-simili si prospettano come nuovi potenziali vaccini

Una particella virus-simile (virus-like particle = VLP) è composta da una o più proteine strutturali costituenti l’involucro esterno di un virus, ma priva del genoma del virus stesso. Pertanto, pur essendo in grado di mimare la configurazione naturale del virus vero, non ha la capacità di auto-replicarsi. Altamente immunogene e innocue, VLP appaiono, potenzialmente, come candidati di vaccini sicuramente non-infettanti in grado, peraltro, di immunizzare di per sé senza la necessità di ricorrere ad agenti adiuvanti. Si sa da sempre che malgrado la loro ampia applicazione nella pratica, i vaccini convenzionali, siano essi inattivati o vivi-attenuati sono soggetti a potenziali limitazioni dovute a incompleta inattivazione o a un ricupero della virulenza. Questi vaccini tradizionali potrebbero pertanto, entro certi limiti, venire superati dalla prospettiva di poter ricorrere a un prodotto immunizzante basato su VPL, in grado di poter conferire ai soggetti vaccinati alta immunità con il massimo di sicurezza. Comparati con i vaccini subunitari basati su proteine ricombinanti che possono soffrire di scarsa immunogenicità per un incorretto assemblaggio, VLP si prospettano come potenti immunogeni poiché esse contengono sulla loro superficie ripetute strutture proteiche e presentano epitopi conformazionali simili a quelli dell’agente microbico nativo. Il fatto che VPL mimi la struttura reale di un virus significa, inoltre, che più basse dosi di antigene sono necessarie per stimolare una risposta protettiva. Questa considerazione appare particolarmente importante in veterinaria, dove i costi dei vaccini devono essere bilanciati con il valore dell’animale vaccinato. Da qui l’interesse crescente per vaccini veterinari di questo tipo, non ancora così studiati come in medicina umana. Immunogeni VLP indicati per animali sono stati prodotti per il parvovirus porcino, il circovirus porcino, il virus Newcastle, il virus influenzale, il virus Rift Valley, il virus Bluetongue e il virus della Peste equina. Si tratta, tuttavia, di produzioni che ad oggi non hanno ancora ottenuto la licenza in alcun Paese del mondo. Peraltro, non tutti questi studi hanno portato alla produzione di VLP sufficientemente efficaci come vaccini; i risultati sono, tuttavia, di rilievo in quanto hanno ulteriormente facilitato la comprensione delle relazioni esistenti fra immunità e architettura dei virus. Fino ad oggi, VLP sono state generate, attraverso l’espressione e l’assemblaggio dei loro componenti, in lieviti, E. coli, cellule di mammiferi o di insetti. (Liu F. et al. (2012) Virus-like particles: potential veterinary vaccine immunogens. Res. Vet. Sc. 93, 553-559)

Trattamento della Peritonite Infettiva Felina

Pochi medicamenti sono stati criticamente valutati per combattere la Peritonite Infettiva Felina (FIP= Feline Infectious Peritonitis). Generalmente si tratta di trattamenti di supporto e sintomatici, mentre l’eutanasia è consigliabile allorquando il benessere dell’animale è fortemente compromesso. I farmaci a cui si fa maggiormente ricorso sono gli immunosoppressivi o gli antiinfiammatori (prednisolone) stante il fatto che il virus induce alterazioni del sistema immunitario con aumentata produzione di citokine proinfiammatorie e di mediatori infiammatori, in grado di esacerbare l’infiammazione, le vasculiti e i versamenti. Si tratta di farmaci sulla cui efficacia non esistono dati sperimentali certi, tuttavia sembra che essi, associati ad antibiotici (amoxicillna), siano in grado almeno di ridurre la progressione della malattia. Gli immunomodulatori e i farmaci antivirali non sembra, per ora, apportino alcun beneficio, al contrario dell’Interferon (interferon alfa umano o interferon omega felino) che sembra avere, nella pratica, una certa efficacia, in attesa tuttavia di una conferma su basi scientifiche. Altri farmaci di supporto includono l’aspirina, gli anabolizzanti steroidei, l’acido ascorbico, le vitamine A e B. La FIP è invariabilmente progressiva e fatale. Un trattamento può essere continuato solo per quei soggetti che rispondono favorevolmente entro le prime 48 ore con una riduzione di volume dei versamenti e miglioramento dei parametri ematologici e biochimici. I gatti in trattamento devono essere monitorati e i progressi determinati sulla base dei seguenti indicatori di remissione: a) scomparsa o diminuizione dei versamenti pleurici o addominali, b) miglioramento delle condizioni generali, c) riduzione dei livelli di globuline, d) aumento del rapporto albumina/globulina fino a 0.6 od oltre, e) riduzione della glicoproteina acida α1 , f) miglioramento dell’ematocrito. (German A. (2012) Update on feline infectious peritonitis. In Practice 34, 282-291) Quanta dolcezza, amore, voglia di vivere e di rialzarci dopo le sofferenze e le sconfitte possono trasmetterci gli animali! il Chirone Anno XIX. Autorizzazione Tribunale di Brescia n.31 del 5.9.1994. Invio gratuito on line ai medici veterinari. Direttore resp. : Gaetano Penocchio – Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Brescia

Source: http://www.veterinaribrescia.it/public/files/ilchirone_archivio/Chirone%202013_09.pdf

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Prophylactic Consecutive Administration of Haloperidol Can Reduce the Occurrence of Postoperative Delirium in Gastrointestinal Surgery Tetsuya Kaneko, Jianhui Cai, Takanori Ishikura, Makoto Kobayashi, Takuji Naka and Nobuaki Kaibara First Department of Surgery, Faculty of Medicine, Tottori University, Yonago 683-0826, Japan Postoperative delirium has in recent years been a common complica

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