formazione continua 31 Convegno a Parma Ortopedia nei selvatici e gestione delle fratture nei cheloni Secondo incontro del gruppo di studio sugli animali non convenzionali affiliato all’Aivpa. L’Anc, il gruppo di studio sugli animali non trebbe comunque soprag-
convenzionali affiliato all’Aivpa (Associa-
zione italiana veterinari piccoli animali) si è
riunito lo scorso 30 giugno a Parma, dove si sono
dati appuntamento colleghi del centro e nord Italia.
Igor Pelizzone (libero professionista, Reggio Emilia)
ha voluto focalizzare l’attenzione sulle “fratture del
carapace dei cheloni”, importanti sia per l’elevata
frequenza con cui si presentano, soprattutto nella
bella stagione, sia per le conseguenze, talvolta gra-
vi, che possono causare all’animale.
Molteplici possono essere le evenienze, ma il più del-
le volte si tratta della disattenzione dei proprietari
stessi non “avvezzi” a capire le esigenze di questi
particolari animali. Non sono infrequenti, per esem-
pio, le fratture conseguenti a caduta dai balconi (sia
Dopo circa tre ore, l’intervento chirurgico
in tartarughe terricole che di acqua dolce), investi-
sul cercopitecho Spike ha avuto successo.
menti d’auto, utilizzo del falciaerba e le classiche le-
In basso, a dx, Spike 8 mesi dopo l’intervento è per-
fettamente in grado di riutilizzare il suo arto.
La relazione del collega Pellizzone ha avuto inizio
da valutazioni di ordine generale fino a giungere al-
gnostico. Risulta invece indispensabile dopo la sta-
rapace anche l’infezione batterica.
la descrizione delle tecniche di ricostruzione.
bilizzazione del paziente e si esegue con una serie di
Il carapace dei cheloni ha una notevole capacità ri-
prelievi seriali utili a valutare lo stato di salute del-
generativa e non si deve mai disperare, neppure di
Come bisogna comportarsi in caso di visita e
fronte a una grande perdita di tessuto.
Per una corretta stabilizzazione del paziente si do-
Nell’esame delle tecniche di riparazione sono state
Un aspetto fondamentale è la stabilizzazione delle
vrebbe procedere come di seguito indicato.
prese in esame, valutandone aspetti positivi e nega-
condizioni generali del paziente al suo arrivo in am-
1) Emostasi - una profusa emorragia è sintomo di
tivi, sia le tecniche tradizionali (resine epossidiche)
bulatorio. Un corretto triage, infatti, comprende un
che i bendaggi e la fissazione ortopedica, e anche i
esame visivo generale dell’animale, gli esami colla-
2) Analgesia - i rettili sono tutti molto sensibili al do-
nuovi studi sul vacuum assisted closure.
terali e la somministrazione della terapia.
lore e, se sottoposti a stimoli algici prolungati, pos-
Nella valutazione obiettiva generale si deve tenere
sono manifestare stress e conseguente immunode-
conto della presenza di danni secondari, talvolta non
pressione. È consigliabile, quindi, utilizzare degli an-
“Curare il terrorista” è la scelta che propone Offer
evidenti. Si osservano quindi: la mucosa buccale,
tinfiammatori comuni, FANS oppure oppioidi.
Zeira, libero professionista di Sordio (Lo), derivata
la reattività dell’animale (riflesso di retrazione del-
A tale riguardo è bene sottolineare che nella fase di
da un’esperienza di vita in cui egli vide medici israe-
le zampe oppure riflesso del tono mandibolare), la
stabilizzazione del paziente è stata considerata buo-
liani soccorrere un terrorista palestinese.
palpabilità dell’addome, la presenza di uno stato
na l’analgesia che FANS come il meloxicam (0,1-0,2
Il relatore rivela che ogni volta che si trova di fron-
di shock, emorragie interne o presenza di contusio-
mg/kg im, sc), il carprofene (1 - 4 mg/kg im, sc, ev)
te a un selvatico gravemente ferito, ha pochissimi se-
ni polmonari e lesioni a carico della colonna verte-
e la flunixin meglumine (0,1 - 0,5 mg/kg im, sc) for-
condi per decidere se intervenire o no, nell’ambito
niscono ai cheloni, senza influire su sistema cardio-
della tradizionale diatriba che separa le due cor-
circolatorio. Gli oppioidi (buprenorfina e butorfa-
renti di pensiero, biologi e veterinari.
nolo) possono poi essere gradatamente integrati nei
Quando decide di tentare il recupero del selvatico,
giorni successivi al trauma in base alla necessità.
ritiene si debba fare tutto il possibile, cercando di
3) Fluidoterapia - Nella fase di stabilizzazione del-
superare le notevoli difficoltà che inevitabilmente si
la testuggine, è opportuno somministrare cristal-
incontrano, collegate al luogo di lavoro, agli stru-
loidi isotonici detti di rimpiazzo, mentre per il man-
menti disponibili, al contenimento e soprattutto al-
tenimento si possono utilizzare soluzioni composite
la pericolosità. Il selvatico è spesso per sua natura
come il reptile’s Ringer (tutti i fluidi, per essere as-
pericoloso, può mordere, calciare, graffiare e inol-
sorbiti dall’organismo dell’animale, devono essere
tre rifiuta le cure. La sottovalutazione del pericolo è
spesso causa di gravi conseguenze. Si deve inoltre
4) Antibioticoterapia - Ottimi risultati si ottengo-
sottolineare l’impossibilità di praticare agevolmen-
no con l’utilizzo di cefalosporine di terza generazio-
te sul selvatico medicazioni post-operatorie, con ria-
ne ad ampio spettro come il ceftazidime che richie-
bilitazione e somministrazione di farmaci per via
La Settimana Veterinaria - N°579 - 10 ottobre 2007
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