Articolo di AggiornAmento Trattamento farmacologico e non farmacologico della demenza di Alzheimer: evidenze Parte I. Trattamento farmacologico Pharmacological and non pharmacological treatment for Alzheimer’s disease: an update Part I. Pharmacological treatment
C. FAGHERAZZI, P. STEFINLONGO, R. BRUGIOLOUnità Operativa Geriatria, Unità Valutativa Alzheimer, Azienda ULSS 12 terraferma vene-ziana (VE)
Parole chiave: Demenza • Trattamento farmacologico e non farmacologico Keywords: Dementia • Pharmacological and non pharmacological treatment Introduzione
A livello mondiale nel 2005 1 la prevalenza di demenza nella popolazione
mondiale con più di 65 anni è stata stimata essere del 3,9% con alcune variabili
regionali: 1,6% in Africa, 3,9% in Europa dell’Est, 4% in Cina, 4,6% in America
Latina, 5,4% in Europa dell’Ovest, 6,4% in Nord America e l’incidenza per anno
del 7,5% ogni 1000 abitanti senza sostanziali differenze nei vari continenti (ec-
cetto che per l’Africa dove l’incidenza sembra essere più bassa) con un aumen-
to esponenziale età-correlato (da circa 1 soggetto ogni 1000 nell’età compresa
tra i 60-64 anni, ai più di 70 soggetti ogni 1000 nei maggiori di 90 anni). Le
proiezioni da qui al 2050 calcolano che la popolazione mondiale salirà da 6 a
9 miliardi di persone (50%) e la gente vivrà di più non solo in Europa, secondo
le stime degli esperti a metà secolo ci saranno due miliardi di persone oltre i
sessant’anni, di cui i 3/5 vivranno in Asia.
La demenza di Alzheimer (MA) e quella vascolare (VaD) sono state calcolate
rappresentare rispettivamente il 50-70% e il 15-25% di tutti i casi di demenza.
La malattia di Alzheimer (MA) rappresenta quindi la più frequente forma di
demenza nell’anziano e costituisce una delle malattie maggiormente disabili-
tanti dell’età geriatrica 2. È caratterizzata dalla perdita marcata e progressiva
dei neuroni colinergici a livello proencefalico basale e talora più ampiamente
a tutta la corteccia cerebrale e alle regioni limbiche 3 con conseguente gra-
duale riduzione dell’acetilcolina (Ach) in queste aree encefaliche 4 e con una
gravità del declino cognitivo che correla con il grado di depauperamento 5.
MEdicina
n Corrispondenza: dott. Carlo Fagherazzi, Azienda ULSS 12 terraferma veneziana, Unità Opera-
tiva Autonoma di Geriatria, Ospedale dell’Angelo, via Paccagnella 11, 30174 Zelarino (VE) - Tel. +39 041 6957156 - Fax +39 041 965 7157 - E-mail: carlo.fagherazzi@tin.it
Con il progredire della malattia il deteriora-
cervello normale, scende al progredire della MA.
mento si estende e coinvolge altri sistemi neu-
Altro aspetto: le forme molecolari G1 sono meno
rotrasmettitoriali, provocando squilibri sia dei
ubiquitarie rispetto alle G4 in molte aree cere-
sistemi monoaminergici, sia di quelli relativi agli
brali normali, ma diventano gradualmente più
aminoacidi eccitatori, sia riducendo il numero
diffuse nella progressione della MA e l’espressio-
di recettori nicotinici e muscarinici 6. Tuttavia
ne relativa delle forme G4 decresce soprattutto
nello sviluppo della sintomatologia della MA
a livello corticale e ippocampale 14-15. Pertanto la
è il sistema colinergico ad essere ritenuto più
selettività degli inibitori per le ChE nella forma
importante. Si è pertanto cercato di sintetizzare
G1 potrebbe specificarsi nelle are cerebrali più
farmaci in grado di ripristinare adeguati livelli
interessate dalla MA 15. La rivastigmina è l’unica
di Ach. Fino ad oggi la modalità più efficace sta
a mostrare selettività preferenziale per la forma
nella messa a punto di molecole in grado di ini-
G1 15 e ne può giustificare la bassa propensione
bire gli enzimi (ChE) fisiologicamente preposti
a causare sintomi extrapiramidali, effetti cardio-
alla degradazione (idrolisi) dell’acetilcolina nel
tossici, disturbi del sonno, debolezza muscolare
vallo sinaptico, allo scopo di prolungarne la di-
e crampi che possono conseguire all’inibizione
non specifica delle ChE a livello delle giunzioni
neuromuscolari 16. L’attività delle ChEG1 si corre-
la positivamente con l’aumentata densità e pato-
La terapia farmacologica
genicità delle placche 14 e ciò suggerisce che l’ini-
bizione della forma G1 potrebbe essere in grado
gli inibitoRi dell’acetilcolinesteRasi (achei)
di modificare il decorso naturale di malattia.
Gli enzimi in questione sono l’acetil e la butirril-
La selettività cerebrale rispetto a quella peri-
colinesterasi (AchE e BuchE), che esistono in va-
ferica determina in modo inversamente pro-
rie forme globulari tra cui va segnalata la forma
porziale la possibilità di effetti indesiderati da
G1. I farmaci inibitori, denominati inibitori del-
iperstimolazione colinergica periferica. Proprio
l’acetilcolinesterasi (AchEI), sono stati approvati
la mancanza di selettività cerebrale della tacri-
a livello internazionale per il trattamento della
na è stata probabilmente alla base dell’elevata
MA da lieve a moderata. Il capostipite, ovvero
incidenza di effetti avversi, quali le alterazioni
sia la tacrina 8 9, farmaco mai commercializzato
cardiovascolari, tipici di una eccessiva stimo-
in Italia e responsabile di eventi avversi a livello
lazione colinergica periferica 17, e un’elevata
epatico 10, è stato soppiantato da molecole anti-
incidenza di epatotossicità 18. Vari studi speri-
colinesterasiche selettive e pertanto gravate da
mentali hanno invece dimostrato una maggiore
minori effetti collaterali e con emivita plasmatica
selettività centrale del donepezil 19 ed anche la
più lunga, che ne consente la somministrazio-
rivastigmina possiede selettività cerebrale, con
ne in una o due dosi giornaliere invece che le
una potenza d’inibizione dell’AchE cerebrale tre
quattro della tacrina. Attualmente in Italia sono
volte maggiore rispetto all’enzima periferico 15.
disponibili il donepezil 11, la galantamina 12, la
Invece la galantamina non possiede selettività
rivastigmina 13, dispensati gratuitamente dal si-
cerebrale in vivo 20, motivo per cui il donepezil
stema sanitario nazionale, limitatamente alle fasi
e la rivastigmina sembrerebbero presentare la
lievi e moderate di MA e previa valutazione in
migliore selettività per le ChE cerebrali rispetto
centri specializzati (Unità Valutative Alzheimer –
UVA). Tali farmaci hanno profilo farmacologico
differente: la galantamina ha la minor selettivi-
tà cerebrale, viceversa rivastigmina e donepezil
Evidenze cliniche
hanno maggior selettività cerebrale e la rivastig-
mina possiede un duplice meccanismo d’azione
Gli AchEI sono stati inizialmente usati per il
(sia sull’acetil sia sulla butirrilcolinesterasi) ed
trattamento del declino cognitivo nei pazienti
una specificità preferenziale per le forme G1
con MA lieve/moderata, tuttavia l’esperienza e
delle colinesterasi. Questi due aspetti sono inte-
la crescente conoscenza dei meccanismi ezio-
ressanti: infatti la BuchE nell’amigdala è più dif-
logici e sintomatologici della MA ha allargato
fusa dell’AchE e ha un’attività che aumenta con
gli studi di efficacia includendo le Activities of
il progredire della malattia, in particolare nelle
Daily Living (ADL) e i disturbi comportamentali
zone più colpite (corteccia temporale, amigdala).
(Behavioural and Psychological Symptoms of
Invece l’espressione dell’AchE, predominante nel
TRATTAMENTO FARMACOLOGICO E NON FARMACOLOGICO DELLA DEMENZA DI ALZHEIMER: EVIDENZE - PARTE I
che ha iniziato più tardi mostra risultati minori
In vari lavori, considerando come responders i
al gruppo con inizio più precoce, bisognerebbe
pazienti con miglioramento delle funzioni co-
interpretare questo risultato come un segno di
gnitive di almeno 4 punti all’Alzheimer’s Disease
modificazione della progressione di malattia. In
Assessment Scale-cognitive subscale (ADAS-cog),
uno studio che ha impiegato questo modello, i
questi sono risultati essere in media il 10% in più
pazienti trattati inizialmente con placebo nella
tra i pazienti trattati con AchEI. Tuttavia si tratta
fase in doppio cieco, passati successivamente
di una sottostima in quanto in una malattia per
a rivastigmina alla 26a settimana, hanno miglio-
definizione progressiva, già una stabilizzazione
rato le funzioni cognitive, senza tuttavia mai
va intesa come dato d’efficacia. In generale per
raggiungere i risultati del gruppo che aveva
tutti gli AchEI i benefici ottimali sulla cognitivi-
iniziato prima 23. Questi dati ci permettono di
tà sono ottenuti con le dosi più alte, anche se
ipotizzare che l’effetto terapeutico degli AchEI
l’incidenza degli eventi indesiderati risulta au-
non si limita all’aumento dei livelli di acetilco-
mentata. Ma anche in questo caso i pareri non
lina nel cervello, ma potrebbe intervenire nella
sono univoci, per esempio un lavoro di Birks del
patogenesi della MA legata alla formazione della
2006, che ha preso in considerazione 23 trial per
proteina amiloide 24. A questo proposito, studi
un totale di 5272 partecipanti, ha messo in luce
preclinici evidenziano che gli AchEI sono in
che 10 mg di donepezil non apportano benefici
grado di influenzare i processi che stanno alla
rilevanti rispetto alla somministrazione di 5 mg.
base della patogenesi della MA, esplicando un
Pertanto in considerazione del minor costo e
effetto neuroprotettivo e disease-modifying 25-27,
della maggior tollerabilità, la dose più bassa ve-
in particolare è stato provato che il donepezil
niva considerata come miglior opzione 21.
può diminuire in vitro le placche di beta amiloi-
Un aspetto assolutamente da non sottovalutare,
de (BA) 28. Gli AchEI influenzerebbero l’espres-
anche per le implicazioni che ne derivano, con-
sione di isoforme dell’AchE e aumenterebbero
siste nella valutazione dell’effetto terapeutico a
l’espressione dei recettori nicotinici, influendo
lungo termine degli AchEI. Gli studi a lungo ter-
sulla produzione di proteina precursore del-
mine sono condizionati dal fatto che non viene
l’amiloide (APP) e contrastando la tossicità della
considerato etico trattare per più di 6 mesi con
BA 29. Altri lavori hanno dimostrato che nuovi
placebo un gruppo di pazienti con MA, pertan-
AchEI, ancora in fase di sperimentazione, sareb-
to i risultati vengono estrapolati analizzando i
bero in grado di modulare il metabolismo della
risultati dell’attività clinica di routine paragonati
APP stimolando la produzione di una forma so-
a dati “storici” di coorti che non sono state trat-
lubile, non amiloidogenica, di AAP denominata
tate con AchEI 22. Almeno due osservazioni ci
sAPPPalpha 30 31. Gli AchEI sarebbero inoltre
permettono di dedurre l’efficacia clinica a lungo
in grado di proteggere i neuroni dalla tossicità
termine degli AchEI. Innanzitutto si è visto che
del glutammato attraverso i recettori acetilcoli-
la sospensione di tali farmaci non ha fatto ve-
no-nicotinici alfa 4 e alfa 7 (alfa 4 e 7-nAchR),
nir meno l’effetto cognitivo nelle 3-4 settimane
inibendo almeno in parte i processi di apoptosi
successive quando cioè l’effetto sulle colineste-
neuronale 32 33. Altri lavori infine hanno correla-
rasi è svanito, in secondo luogo si è visto che
to l’uso del donepezil con il rallentamento della
l’efficacia del trattamento può essere mantenuta
progressione dell’atrofia dell’ippocampo intesa
per almeno un anno in un buon numero di pa-
come marker di progressione di malattia 34 35.
zienti e talvolta per più di due anni (ben oltre
il verosimile tempo necessario per l’instaurarsi
di fenomeni di tolleranza dovuti all’aumento
Riguardo all’autonomia nelle comuni attività
di acetilcolina). Il potenziale di modificazione
della vita quotidiana, sono state evidenziate
di malattia degli AchEI può esser evidenziato
differenze nella risposta al trattamento 36-40. Va
mediante un modello definito “randomized start
comunque detto che nei vari studi randomizza-
design”, il quale può distinguere gli effetti sinto-
ti-controllati l’aspetto funzionale viene valutato
matici da quelli derivanti dalla modificazione di
come outcome secondario 41. Non vi sono evi-
malattia. L’assunto è che se, malgrado un ritardo
denze conclusive di efficacia, tuttavia i migliori
nell’inizio della terapia in un gruppo di pazienti,
punteggi nelle scale di disabilità ottenuti nel
non si registrano differenze tra i gruppi alla fine
breve-medio termine, suggeriscono una riduzio-
dello studio, l’effetto del trattamento va consi-
ne o ritardo di eventi clinici determinanti l’istitu-
derato come sintomatico. Se invece il gruppo
zionalizzazione e in generale qualsiasi riduzione
del declino funzionale o stabilizzazione delle
in casa di riposo 47. A questi timori va aggiunta
capacità di svolgere le attività quotidiane in una
la dimostrazione dell’effetto cardiotossico del più
malattia progressiva come la MA, va considerata
conosciuto Atr, l’aloperidolo, (allungamento del
positivamente in quanto può migliorare la qua-
tratto QT, comparsa di torsioni di punta, casi di
morte improvvisa), soprattutto nell’uso ripetuto
piuttosto che in quello di fase acuta di malattia,
behavioRal and psychological symptoms of dementia
sicchè il 13 marzo 2007 sono state pubblicate
I BPSD (sintomi comportamentali e psicologici
in Gazzetta Ufficiale (Serie Generale n. 60), con
della demenza) sono comuni nella MA e nelle
effetto immediato, significative variazioni della
demenze correlate 42. Includono disturbi del son-
scheda tecnica di alcuni fra i più noti neuro-
no, disturbi dell’umore quali apatia, depressione,
lettici tradizionali (aloperidolo/haldol, serenase;
ansia ed aggressività, ma anche disturbi psicotici
pimozide/orap; droperidolo/sintodian) che ne
come allucinazioni e deliri. Al momento non esi-
limitano l’impiego; nello stesso documento sono
ste un farmaco specificamente approvato. Anche
state aggiunte avvertenze e precauzioni partico-
gli antipsicotici di ultima generazione (“atipici”)
lari per alcuni dei più diffusi neurolettici atipici
in realtà non sono mai stati approvati per que-
(per es. clorpromazina/largactil; amisulpiride/so-
sta indicazione dall’EMEA (European Medicines
lian; risperidone/risperdal; quetiapina/seroquel).
Agency) e nel 2002-2004 è stata segnalata un’in-
In un recente studio 48, utilizzando gli archivi
cidenza significativamente maggiore di accidenti
computerizzati delle prescrizioni farmacologiche
cerebrovascolari acuti e di decessi nei pazienti
del Tennessee dal 1995 al 2005, è stata calcolata
anziani affetti da demenza che assumevano que-
l’incidenza di morte improvvisa in un gruppo di
sti farmaci 43 44. Lo studio CATIE-AD (Clinical
oltre 44.000 pazienti trattati con aloperidolo e
Antipsychotic Trial of Intervention Effectiveness-
tioridazina (Atr), confrontandola con quella di ol-
Alzheimer’s Disease), oltre a non individuarne
tre 46.000 pazienti che avevano fatto uso di AA e
l’adeguatezza, ha sottolineato il notevole spreco
di più di 18.600 soggetti di controllo. Nei soggetti
di risorse economiche 45. Partendo dalla conside-
che utilizzavano antipsicotici, a qualunque classe
razione che la scelta di somministrare un farmaco
essi appartenessero, si è registrata un’incidenza
ha senso solo se può ridurre certi sintomi senza
di morte improvvisa significativamente superiore
peggiorare le condizioni del paziente, altrimenti
rispetto ai non utilizzatori, con una incidence-
rappresenta un duplice costo (diretto per la spe-
rate ratio di 1,99 (95% intervallo di confidenza,
sa e indiretto per le conseguenze dell’aggrava-
1,68-2,34) per gli Atr e di 2,26 (95% intervallo di
mento del paziente), lo studio, randomizzato e
confidenza, 1,88-2,72) per gli AA. Comparando le
controllato, su 421 soggetti assegnati a ricevere
due classi farmacologiche, la complicanza mor-
uno dei tre antipsicotici “atipici” (risperidone,
tale aveva una incidence-rate ratio di 1,14 (95%
olanzapina, quetiapina) oppure placebo, non ha
intervallo di confidenza, 0,93-1,39) per gli atipici
fatto emergere elementi a favore di nessuno dei
rispetto ai tradizionali con un rischio che aumen-
tre farmaci e il costo complessivo a carico del
tava significativamente in rapporto alla posologia
gruppo placebo è risultato inferiore. La conclu-
utilizzata: da 1,59 (95% intervallo di confidenza,
sione è stata che l’uso “off-label” di questi farma-
1,03-2,46) per le basse dosi, a 2,86 (95% interval-
ci per il trattamento dei BPSD non è adeguato
lo di confidenza, 2,25-3,65) per le alte dosi. La
dal punto di vista clinico e rappresenta un con-
conclusione a cui sono pervenuti gli Autori è che
siderevole spreco di risorse economiche. Anche
i pazienti che utilizzano abitualmente farmaci an-
in questo caso non sono mancate osservazioni
tipsicotici (tradizionali o atipici) hanno un rischio
discordanti. Uno studio retrospettivo su anzia-
aumentato, dose-correlato, di morte improvvisa;
ni con demenza, 17800 trattati con antipsicotici
rispetto a questo effetto gli AA non sono più
atipici (AA) vs. 14800 trattati con antipsicotici
sicuri rispetto ai “vecchi” Atr. La Commissione
tradizionali (Atr), non ha evidenziato nel primo
Consultiva Tecnico Scientifica (CTS) dell’Agenzia
gruppo maggiori rischi per stroke ischemico 46;
Italiana del Farmaco (AIFA), ha già ritenuto ne-
un altro studio retrospettivo su ultrasessantacin-
cessaria la definizione di un programma di Far-
quenni in trattamento con AA (oltre 13000) vs.
macovigilanza Attiva, relativo agli antipsicotici di
Atr (circa 9000) ha messo in risalto un maggior
prima (“tradizionali”) e di seconda generazione
rischio di mortalità nel II° gruppo sia nel campio-
(“atipici”) nella terapia dei disturbi psicotici e
ne totale, sia nel sottogruppo con demenza (circa
comportamentali in pazienti affetti da demenza,
il 50% del campione), sia in quello dei residenti
le cui modalità operative sono state riportate nel
TRATTAMENTO FARMACOLOGICO E NON FARMACOLOGICO DELLA DEMENZA DI ALZHEIMER: EVIDENZE - PARTE I
comunicato dell’AIFA del 21 luglio 2005, poi ag-
germente 59. In un successivo lavoro del 2002
sempre Rosler confermava questi dati 60. Etemad
Alla luce di queste problematiche sono sta-
nel 2001 ha pubblicato uno studio su soggetti isti-
ti ripresi in considerazione i numerosi studi
tuzionalizzati con MA, in cui il 69% dei pazienti
che avevano valutato l’efficacia degli AchEI sui
in trattamento con rivastigmina aveva potuto in-
BPSD 49-52. Gli studi con donepezil hanno for-
terrompere la terapia antipsicotica ed un altro 52-
nito risultati variabili nell’area comportamen-
58% ridurre o sospendere il trattamento antide-
tale 24 25 52-54. Un recente lavoro di Howard ha
pressivo 61. In un studio più recente Cummings et
confrontato per 12 settimane due gruppi di
al. hanno utilizzato rivastigmina anche in soggetti
pazienti con MA che presentavano significativi
istituzionalizzati con MA di gravità da moderata
livelli di agitazione e che non avevano risposto
a severa, ottenendo un miglioramento dei BPSD
ad un breve trattamento psicosociale. Con me-
documentato da una significativa riduzione dei
todo random, 128 pazienti sono stati trattati con
punteggi al NPI 62. In generale gli AchEI sembra-
donepezil 10 mg/die e gli altri 131 con placebo.
no manifestare un’influenza, seppur modesta, sui
L’outcome principale consisteva in un cambio
sintomi psicologici dei pazienti con Alzheimer,
di punteggio al Cohen-Mansfield Agitation In-
anche se non è ben chiaro se tale azione favore-
ventory (CMAI) (una scala con punteggio da 29
vole si esplichi attraverso gli effetti sintomatici sui
a 203 in cui all’aumentare del punteggio corri-
disturbi cognitivi oppure sia direttamente correla-
sponde un aumento dell’agitazione): non sono
ta al loro effetto sulla attività colinergica.
state evidenziate differenze tra i due gruppi di
Nel 2008 Gauthier et al. hanno pubblicato un
pazienti, né al CMAI, né al Neuropsychiatric
lavoro che utilizzava i dati cumulati da sei studi
Inventory (NPI), né con altri test specifici 55.
multicentrici, randomizzati, placebo-controllati,
Galantamina ha prodotto benefici sui sintomi
per gruppi paralleli, in doppio cieco, nei quali
comportamentali nella MA in un vasto studio a 5
memantina era stata somministrata al dosaggio
mesi controllato vs. placebo nel quale i pazienti
di 20 mg/die. Questa analisi supporta l’effi-
trattati con galantamina 16-24 mg/die hanno
cacia della memantina sia nel trattamento sia
conseguito una stabilizzazione dei sintomi com-
nella prevenzione dei sintomi comportamentali
portamentali 56, altri studi confermerebbero una
nella MA moderata-grave con benefici persi-
riduzione della frequenza e gravità dei disturbi
stenti specificatamente su deliri, agitazione e
psico-comportamentali 57. Nel complesso do-
aggressività 63. Ad analoghe conclusioni giunge
nepezil e galantamina sembrerebbero efficaci
un lavoro di Wilcock et al. 64. Non è chiaro il
nel migliorare i disturbi dell’umore, ma non nel
meccanismo attraverso il quale memantina è in
ridurre i sintomi psicotici o il ricorso a farmaci
grado di migliorare i sintomi comportamentali
dei pazienti con MA. Agitazione e psicosi nella
Rivastigmina, inibitore dell’AChE e della BuChE,
MA sembrano correlare con una maggiore den-
sembrerebbe avere un più ampio spettro di ef-
sità di gomitoli neurofibrillari piuttosto che alle
ficacia includendo sintomi psicotici e disturbi
placche amiloidee 65. La memantina potrebbe
dell’umore, fornendo un beneficio superiore alla
avere effetti sulla proteina tau 66 ed alcuni studi
sola inibizione di AChE 58. I due enzimi, come
dimostrano che il farmaco inibisce la patologica
abbiamo già detto, non sono distribuiti in modo
fosforilazione della proteina tau 67. Tuttavia è
omogeneo: l’AChE si concentra soprattutto nella
da dimostrare che questi effetti tau correlati di
corteccia telencefalica, la BuChE soprattutto nel-
memantina siano associati agli effetti clinici fa-
l’amigdala e nell’ippocampo, che sono appunto
vorevoli su agitazione e psicosi in pazienti con
le aree principalmente coinvolte nelle emozioni.
Un lavoro di Rosler del 1999 descriveva dopo
Allo stato attuale, l’approccio non farmacologico
26 settimane di assunzione, un significativo (p =
dovrebbe essere la prima scelta nel trattamento
0,02) miglioramento dei sintomi comportamentali
dei BPSD e il trattamento con antipsicotici,
vs. placebo. Durante la fase long-term in aperto, il
tradizionali o atipici, andrebbe riservato solo
proseguo della terapia otteneva un miglioramen-
ai pazienti con demenza e disturbi comporta-
to dei sintomi comportamentali dopo 1 e 2 anni
mentali che non hanno risposto ad interventi
rispetto al basale: i disturbi dell’umore e le alluci-
non farmacologici (counseling, modifiche am-
nazioni miglioravano significativamente, mentre
bientali, ecc.). I sintomi maggiormente respon-
l’aggressività, i disturbi delle attività e il quadro
sivi agli interventi non farmacologici sembrano
paranoide si stabilizzavano o miglioravano leg-
essere l’apatia, la depressione, il vagabondaggio,
l’irrequietezza motoria, le domande e i gesti ripe-
aumentano i livelli di Ach nel cervello, possono
titivi. Il presupposto teorico del trattamento non
provocare eventi avversi acuti, mediati a livel-
farmacologico dei BPSD sta nel fatto che i BP-
lo centrale, di tipo gastro-intestinale (nausea,
SD riflettono le modificazioni negative (prodotte
vomito, inappetenza, diarrea), in particolare
dalla degenerazione cerebrale), dell’interazione
nell’incremento troppo aggressivo, senza l’op-
del paziente con le persone e gli oggetti del suo
portuna gradualità, dei dosaggi. Questo perchè
ambiente 68. Vari inteventi psicoterapeutici, orga-
un rapido aumento dei livelli di Ach nel cer-
nizzati in diverse modalità (gruppi di sostegno,
vello, produce un aumentato rilascio di dopa-
gruppi di auto-aiuto, ecc.), possono aiutare il ca-
mina (DA) a livello del centro del vomito (area
regiver a “cogliere” i particolari aspetti disadattivi
postrema). La rivastigmina con la sua doppia
del paziente, costruendo una corretta relazione
azione (AchE/BuChE), piuttosto dei più selettivi
che tenga conto delle sue modificazioni nell’in-
donezepil e galantamina, sarebbe più spesso
teragire con l’ambiente circostante. Utile in que-
associata ai disturbi gastro-intestinali 75. In ogni
st’ottica sembrerebbe l’associazione tra interventi
caso gli antiemetici centrali alleviano questi
di tipo farmacologico e psicosociale. Il primo
sintomi da iperstimolazione colinergica 76 ed è
intervento agendo sulla struttura cerebrale, mo-
spesso sufficiente incrementare i dosaggi degli
difica la relazione del paziente con l’ambiente, il
AchEI gradualmente, osservando opportuni pe-
II, agendo sull’ambiente, determina modificazioni
riodi di intervallo minimo. Anche l’assunzione
nella struttura per effetto della neuroplasticità
durante un pasto completo riduce ulteriormente
cerebrale 69. I risultati ottenuti sembrano essere
gli effetti collaterali gastrointestinali. Durante la
incoraggianti nel senso di un rallentamento della
terapia di mantenimento, la selettività per le co-
perdita delle abilità cognitive 70 71. Un lavoro di
linesterasi cerebrali rispetto a quelle periferiche,
Avila et al. ha evidenziato una riduzione dei sin-
riduce il rischio di eventi avversi a livello cardia-
tomi comportamentali e un miglioramento nelle
co (aritmie, sincopi), della muscolatura schele-
ADL nel gruppo di pazienti “riabilitato” da per-
trica (stanchezza, crampi muscolari) e l’inconti-
sonale addestrato in apposito setting, ma non
nenza urinaria; la specificità cerebro-regionale
nel gruppo trattato a domicilio dai caregivers 72.
dell’isoforma G1 dell’AChE riduce la possibilità
Va comunque sottolineata l’esigenza di maggiori
di sintomi extrapiramidali (per stimolazione co-
studi sia per quanto riguarda l’efficacia in gene-
linergica a livello del nucleo caudato), di effetti
rale delle tecniche di riabilitazione cognitiva nel
cardiotossici (per stimolazione colinergica nel
paziente demente, sia per quanto riguarda il loro
centro cardiorespiratorio midollare), di disturbi
utilizzo nel trattamento dei BPSD 73 74.
del sonno (per stimolazione colinergica a livello
Per i BPSD moderati o severi, con impatto sulla
del nucleo peduncolopontino) 16. Considerando
qualità di vita e stato funzionale del paziente e
che i pazienti affetti da demenza spesso presen-
caregiver, il trattamento farmacologico rimane
tano polipatologia, queste differenze farmaco-
tuttavia indicato, preferibilmente in associazio-
logiche hanno ricadute nella pratica clinica: il
ne con interventi non farmacologici. Prima di
donepezil, che sembra aver maggiori effetti col-
ogni intervento vanno escluse eventuali cause
laterali di tipo cardiologico (bradicardia, allun-
scatenanti potenzialmente reversibili (farmaci,
gamento del tratto QT), dovrebbe esser usato
patologie acute, elementi ambientali) e la pos-
con più cautela nei soggetti con aritmia o malat-
sibilità di una diagnosi di demenza a corpi di
tia del nodo del seno, mentre la rivastigmina,
Lewy. Vale inoltre il principio che negli anziani
con i suoi effetti collaterali principalmente sul-
le dosi dei farmaci devono essere generalmente
l’apparato gastrointestinale, andrebbe evitata
più basse che nei giovani-adulti e che gli anzia-
nei pazienti con ulcera in fase attiva o sangui-
ni, essendo un gruppo eterogeneo, richiedono
namenti del tratto gastrointestinale. Inoltre la
un trattamento farmacologico individualizzato.
polipatologia si accompagna ad un maggior
numero di farmaci assunti, a tale riguardo va
ricordato che donepezil e galantamina inte-
Tollerabilità e sicurezza
ragiscono significativamente con altri farmaci
metabolizzati a livello del sistema citocromiale
Gli AchEI sono associati ad una serie di effetti
epatico, mentre la rivastigmina ha un basso po-
collaterali derivanti dalla stimolazione coliner-
tenziale d’interazione con altri farmaci e sotto
gica sia a livello periferico, sia a livello di di-
questo punto di vista offrirebbe una notevole
verse aree del cervello. Tutti, proprio perchè
sicurezza 75. Molti studi hanno evidenziato per
TRATTAMENTO FARMACOLOGICO E NON FARMACOLOGICO DELLA DEMENZA DI ALZHEIMER: EVIDENZE - PARTE I
rivastigmina un basso potenziale di disturbi
possono dare, è rappresentato dal fatto che
del sonno 76-77, comunque minori ripetto ai
solo il 9% dei pazienti in trattamento riesce ad
soggetti trattati con donepezil 78 probabilmente
assumere effettivamente la dose ottimale racco-
per la differente selettività cerebro-regionale
mandata 88. Questa difficoltà può essere ovviata
delle due molecole. Numerosi altri studi os-
aumentando lentamente la posologia oppure
servazionali suggerirebbero di utilizzare con
associando degli antiemetici. Di recente la ri-
cautela il donepezil nei dementi caratterizzati
vastigmina è stata proposta con formulazione
da insonnia 79. Una revisione del 2004 in real-
transdermica (cerotto) in monosomministrazio-
tà non conferma questo dato 80 e comunque
ne, i dati di letteratura sono al momento scarsi,
l’insonnia non rappresenta un motivo valido
ma promettenti. Sia il dosaggio iniziale di 5 cm2
per interrompere il trattamento. Si può pro-
(= a 4,6 mg/24 h e corrispondente a circa 3 mg
vare a cambiare l’orario di somministrazione
x 2 in cp), sia quello, dopo quattro settimane,
del farmaco (alla mattina, piuttosto che alla se-
da 10 cm2 (= 9,5 mg/24 h e corrispondente a
ra) e apportare alcune semplici modificazioni
circa 6 mg x 2 in cp), assicurerebbero un rila-
ambientali (dall’illuminazione, all’abbattimento
scio costante e continuo 89 che permetterebbe
dei rumori domestici nelle ore di sonno, oppu-
di raggiungere la dose ottimale raccomandata 90
re al cambio di stanza). Ancora riguardo alla
evitando picchi di concentrazione ematica e as-
rivastigmina, per la sua specificità cerebrale,
sicurando una maggiore stabilità della concen-
appaiono bassi gli effetti colinergici periferici
trazione stessa. Sarebbero anche stati descrittti
quali la bradicardia 81 e la selettività per G1,
vantaggi nella compliance dei caregivers, sia
probabilmente per la scarsa azione sia sui nuclei
perchè in monosomministrazione, sia per la co-
del tronco cerebrale sia sulle sinapsi neuromu-
modità della via di somministrazione stessa 91.
scolari scheletriche, giustifica la bassa incidenza
Non sono mancati i dubbi sul reale valore di
di effetti extrapiramidali. Questo aspetto viene
questi farmaci. Nel 2004 è stato pubblicato nella
supportato da studi sulla demenza con corpi
rivista Lancet lo studio AD 2000 86 87 92, finanzia-
di Lewy (DLB) ove si è visto che gli AchEI tipo
to dal servizio sanitario britannico che merita
donepezil sono efficaci sia sui disturbi cognitivi,
particolare attenzione sia per la lunga durata
sia sui fenomeni allucinatori, ma possono peg-
del follow-up (3 anni) sia perchè è uno studio
giorare i sintomi di tipo parkinsoniano 82. Uno
randomizzato controllato (RCT) che ha consi-
studio su pazienti DLB, con elevata presenza di
derato il rischio di istituzionalizzazione come
sintomi parkinsoniani, trattati con rivastigmina,
outcome primario. Il gruppo studiato era di 565
ha invece dimostrato una bassa incidenza di ef-
pazienti affetti da MA di grado lieve-moderato,
fetti collaterali extrapiramidali pur confermando
di cui 282 sono stati assegnati a trattamento con
un miglioramento sia dello stato cognitivo, sia
donepezil e 283 a placebo. Dai dati ottenuti, il
trattamento con donepezil vs. placebo non di-
Un’ampia metanalisi di 16 trials randomizzati-
mostrava differenze significative per il rischio di
controllati ha documentato la tollerabilità degli
istituzionalizzazione, progressione di disabilità
AchEI 50 pur con un tasso di abbandono per
e altri outcome (sintomi comportamentali, psi-
eventi avversi più elevato nei gruppi trattati
copatologia dei caregivers, costi assistenziali,
con AchEI rispetto a quelli trattati con placebo.
tempo non retribuito impiegato dai caregivers
L’eccesso di abbandono è risultato inferiore per
per l’assistenza al malato, eventi avversi o de-
i pazienti trattati con donepezil rispetto a quelli
cessi, dosi diverse di donepezil); in sostanza tale
trattati con galantamina o rivastigmina (3% vs.
studio confermava che l’uso del donepezil pro-
14% vs. 9%). Gli studi di confronto tra donepezil
duce un miglioramento nei punteggi nelle scale
e galantamina o rivastigmina hanno mostrato
cognitive e funzionali, ma metteva in dubbio la
una migliore tollerabilità di donepezil 21 84-87; tut-
rilevanza clinica di questi outcome e l’utilità, in
tavia, in questi studi comparativi in aperto non
termini di costo-efficacia, del farmaco. Il dibatti-
sono stati eseguiti aggiustamenti dei dosaggi tali
to si è esteso all’intera classe degli AchEI, vista
l’assenza di importanti, oltre che provate, diffe-
In sintesi gli AchEI hanno un buon profilo di
renze d’efficacia tra molecole diverse 87. Nume-
tollerabilità e sicurezza senza sostanziali sicure
rose sono state le critiche alla metodologia con
differenze, risposta spesso soggettiva ed effi-
cui è stato disegnato e condotto lo studio AD
cacia sovrapponibile. Nella pratica clinica uno
2000. In particolare l’assai ridotta numerosità
dei loro limiti, dovuto agli effetti collaterali che
di reclutamento rispetto a quanto programmato
(565 pazienti invece di 3000), pur permettendo
derata 93, in una successiva dichiarazione prov-
di raggiungere la potenza necessaria per dimo-
visoria 94 avvertiva che il rapporto costo-efficacia
strare o confutare le ipotesi legate agli outcome
appariva sfavorevole e che la copertura pubblica
primari, ha portato ad avere stime con intervalli
di questa spesa non costituiva onere appropriato
di confidenza relativamente ampi (compatibili
per il servizio sanitario, infine nel 2006 95 pre-
con circa 30% di riduzione e 30% di aumento del
sentava una guida sull’impiego del donepezil,
rischio associato alla terapia con donepezil).
galantamina, rivastigmina, memantina, in cui
Due metanalisi, pubblicate nel 2003 50 e nel
raccomandava le prime tre molecole solo per le
2005 92, hanno analizzato in maniera cumulativa
forme moderatamente gravi di MA e affermava
i risultati di RCT di confronto tra i vari AchEI e
che la memantina non è raccomandata nei pa-
placebo. Entrambe giungono a conclusioni simi-
zienti con forma da moderatamente grave a gra-
li: il trattamento con AchEI in pazienti con MA
ve; queste indicazioni del NICE contrastano con
produce benefici statisticamente significativi sia
quelle dei farmaci anti-Alzheimer approvate in
utilizzando scale di valutazione cognitiva (per es.
Gran Bretagna che dispongono l’uso di donepe-
la ADAS-cog), sia utilizzando strumenti di valu-
zil, rivastigmina, galantamina per la forma lieve
tazione globale (per es. la CIBIC plus). L’effetto
e moderatamente grave, mentre la memantina
terapeutico sul quadro clinico globale rispetto a
per la forma moderatamente grave e grave.
placebo è del 9%, corrispondente ad un Number
Altro dato apparentemente poco confortante,
Needed to Treat (NNT) di 12. Ciò significa che
sta nel fatto che i pazienti con MA rispondenti
per ottenere un miglioramento clinico globale di
alla terapia con AchEI, intesi come soggetti che
qualsiasi entità in un nuovo paziente è necessa-
mostrano un qualsiasi miglioramento accerta-
rio trattare con AchEI 12 pazienti. L’analisi dei
bile mediante una scala clinica globale, è circa
dati di sicurezza, cioè il Number Needed to Harm
del 10% 50 e non è possibile individuare antici-
(NNH), porta a stime analoghe, per cui ogni 12
patamente i responders. Una possibile strategia
pazienti trattati si avrà un nuovo paziente con
prescrittiva, adottata dall’Agenzia Italiana del
effetti avversi. Per quanto concerne la sicurez-
Farmaco (AIFA) e da altre istituzioni estere quali
za degli AchEI considerati globalmente, la pro-
il NICE 95, è quella di considerare candidabili a
porzione dei pazienti trattati che interrompe la
continuare la terapia con AchEI solo i pazienti
terapia è maggiore che nel gruppo trattato con
che dopo tre mesi di trattamento migliorano o
placebo 50. L’equivalenza tra benefici e rischi in
almeno non peggiorano il punteggio MMSE (Mi-
termini di NNT e NNH non può però prescinde-
ni-mental state examination) rispetto al baseli-
re dall’importanza di un eventuale guadagno in
ne. Infatti i risultati dello studio osservazionale
termini di rallentato deterioramento cognitivo
Cronos hanno evidenziato che la presenza di
e dal fatto che eventuali effetti avversi in gra-
una risposta al trattamento dopo tre mesi au-
do di portare alla sospensione del trattamento
menta significativamente la probabilità di man-
sono comunque reversibili e non gravi. Kadu-
tenere un miglioramento cognitivo anche nove
szkiewicz ha accuratamente valutato la qualità
mesi dopo l’inizio della terapia 96 (anche se una
metodologica dei singoli RCT mettendo in evi-
valutazione basata solo sul punteggio di MMSE
denza problemi sostanziali riguardo il disegno
e su di una valutazione clinica informale e sog-
degli studi e l’analisi dei dati con la possibile
gettiva, non appare una metodologia rigorosa
presenza di bias in grado di enfatizzare i benefi-
ci associati all’uso di AchEI. L’ovvia conclusione
Un po’ tutti gli studi, seguendo le regole della
del lavoro è che carenze metodologiche e mode-
Food and Drug Administration che richiedono
sti vantaggi clinici rendono “le basi scientifiche
una dimostrazione di differenza significativa ver-
per raccomandare gli AchEI nel trattamento del-
so placebo, hanno considerato come outcome
la MA discutibili” 92. D’altronde anche organismi
primari varie scale cliniche, ma non è chiaro se ad
prestigiosi, quali il National Institute of Health
un miglioramento di questi outcome “surrogati”
and Clinical Excellence (NICE) del Regno Unito,
corrisponda un beneficio su misure di esito quali
hanno assunto posizioni non sempre lineari: il
un ritardo di istituzionalizzazione, miglioramento
NICE dopo aver dichiarato, nel 2001, che done-
della quality of life (QoL) del paziente e del care-
pezil, galantamina e rivastigmina, in determinate
giver, risparmio di risorse funzionali.
condizioni dovrebbero essere messi a disposi-
Pertanto non pochi motivi indurrebbero a smor-
zione all’interno del Servizio Sanitario Nazionale
zare gli entusiasmi. Tuttavia, come visto sopra,
per la gestione di pazienti con MA da lieve a mo-
altri studi, anche recenti, suggeriscono per gli
TRATTAMENTO FARMACOLOGICO E NON FARMACOLOGICO DELLA DEMENZA DI ALZHEIMER: EVIDENZE - PARTE I
AchEI una capacità d’intervento sui processi
stato approvato l’ingresso in fascia A e viene
patogenetici della malattia e non solo un loro
erogata dal Servizio Sanitario Nazionale con pia-
la memantina Accanto all’ipotesi colinergica della MA è stata
Dagli studi al mondo reale
successivamente formulata l’ipotesi glutamma-
tergica che vede nell’eccessivo rilascio di ami-
Studi statunitensi dimostrano che negli ultimi 40
noacidi eccitatori un possibile meccanismo di
anni le uniche cause di morte aumentate sono
neurotossicità.Il principale neurotrasmettitore
quelle per broncopneumopatia cronico ostrut-
eccitatorio del Sistema Nervoso Centrale (SNC)
tiva e quelle per Alzheimer. Soprattutto per
è risultato essere il glutammato, responsabile di
quest’ultima negli ultimi 20 anni la mortalità è
più del 70% delle risposte eccitatorie a livello del
decuplicata, sia per l’aumento del numero di pa-
SNC. Si ipotizza che un’eccessiva stimolazione
zienti con Alzheimer correlato all’allungamento
dei recettori per il glutammato possa contribuire
della durata di vita, sia per il maggior numero
o alla perdita di neuroni nel sistema nervoso
di diagnosi correlato alla diffusa sensibilizza-
centrale con conseguente formazione di placche
zione nei confronti della malattia. Studi europei
amiloidee 97, o determinare un danno di tipo
hanno confermato come la probabilità di essere
eccitotossico a carico dei neuroni resi più vulne-
istituzionalizzati sia più alta in tutte le età nei
rabili dopo l’esposizione all’amiloide 98. È stato
pazienti con demenza e come la mortalità, a tut-
pertanto proposto l’uso terapeutico di molecole
te le età e indipendentemente dal sesso, sia due
in grado di bloccare l’iperattività glutammatergi-
volte superiore a quella dei non dementi. Studi
ca ed il conseguente incremento di calcio all’in-
di popolazione sono stati confermati da studi di
terno della cellula nervosa, causa del danno fun-
epidemiologia clinica che hanno specificamente
zionale e strutturale 99. Da questi presupposti, si
indagato il ruolo della demenza e delle altre
è giunti alla sintesi della memantina che è un an-
comorbilità nella genesi della disabilità dell’an-
tagonista non competitivo, voltaggio dipendente
ziano e viene sempre più considerata l’idea che
del recettore NMDA (N-metil-D-aspartato: uno
le malattie somatiche da sole non sono in grado
dei recettori del glutammato) con rapida cinetica
di condizionare nell’anziano una riduzione della
on-off 100. Uno studio del 2007, che ha valutato i
capacità di svolgere le comuni attività della vita
risultati della somministrazione di memantina in
quotidiana (ADL), mentre la compromissione
monoterapia, ha dato risultati contraddittori 101.
cognitiva isolata si associa ad un rischio aumen-
Wilkinson invece analizzando i dati di 6 trial
tato di disabilità e interagisce in modo positivo
randomizzati in doppio cieco placebo-control-
con le malattie somatiche nel ridurre le capacità
lati della durata di sei mesi, evidenzia che per
funzionali dell’anziano 104. Abbiamo preceden-
stadi di MA moderata-severa, il trattamento con
temente visto che gli interventi sulle demenze
sola memantina o associata ad AchEI, riduce il
hanno soprattutto considerato lo stato cogniti-
peggioramento cognitivo e funzionale rispetto
vo dei pazienti, evidenziando, nei responders,
ai soggetti trattati con placebo 102. Una metana-
un miglioramento alle scale cognitive rispetto
lisi di Winblad che ha analizzato 6 trials (1826
ai gruppi di controllo 105. È stato anche sotto-
pazienti con MA moderata-severa) randomizzati
lineato che questo miglioramento è modesto e
in doppio cieco placebo-controllati di sei mesi
quantitativamente inferiore alla progressione di
ha confermato benefici statisticamente signifi-
malattia per cui in media anche il gruppo dei
cativi in quattro principali end-point: cognitivo,
pazienti trattati dopo 6 mesi-un anno, mostra
funzionale, globale e comportamentale 103. La
un peggioramento rispetto al baseline. Nella
memantina è stata registrata in Europa nel 2002
pratica clinica significa che ci saranno pazienti
con indicazione specifica per la MA da modera-
che non rispondono alla terapia e anche nei
tamente severa a severa e commercializzata la
responders spesso l’efficacia percepita sarà mi-
prima volta negli USA nel 2003. L’indicazione te-
nima. Questo però non deve farci dimenticare
rapeutica è stata recentemente estesa in Europa
che i clinical trials hanno evidenziato che, se
alla MA di entità da moderata a severa. In Italia
non avessimo trattato i nostri pazienti, la loro
è entrata in commercio dall’ottobre 2004, con
condizione sarebbe stata mediamente peggiore.
indicazione per il trattamento della demenza di
Un punto critico sta nella difficoltà di correlare
Alzheimer di grado severo. Recentemente ne è
stato cognitivo e stato funzionale 106: anche se
è indubbio che il decadimento cognitivo con-
le altre caratteristiche sia del paziente sia del
dizioni e sia alla base delle difficoltà funzionali
caregiver. Rilevanti evidenze sono attualmente
del demente, la relazione tra i due aspetti è
emerse anche sulla relazione tra miglioramento
estremamente variabile. Sicuramente il progres-
dello stato cognitivo e sopravvivenza. Un grande
sivo declino cognitivo aumenta il numero delle
studio su pazienti con demenza istituzionalizzati
capacità funzionali compromesse, ma è anche
in una rete di residenze sanitarie assistite degli
vero che singole specifiche limitazioni funzio-
USA, ha confrontato quelli trattati con donepezil
nali possono comparire nei vari pazienti a livelli
con quelli, appaiati per età, sesso, gravità, non
diversi di compromissione cognitiva e quindi,
trattati. Si è visto che per i pazienti in trattamen-
per la mancata relazione diretta tra vantaggio
to il rischio di morte era ridotto di circa il 10%
cognitivo e prestazione funzionale, il vantaggio
indipendentemente dalla gravità della demenza,
cognitivo documentato nei vari trials potrebbe
dal livello di disabilità, da fattori sociodemogra-
essere irrilevante rispetto allo stato funzionale.
fici, uso di farmaci psicotropi e da altre comor-
Tuttavia nel 2002 è stato pubblicato su JAMA un
bilità. In definitiva secondo questo studio i pur
lavoro 107 che ha documentato su una coorte di
modesti vantaggi cognitivi ottenuti con le attuali
quasi 6000 soggetti affetti da demenza assistiti
terapie farmacologiche potrebbero comportare
da Medicare, quale può essere il ruolo del deca-
significativi vantaggi di sopravvivenza 108.
dimento cognitivo su un evento rilevante quale
Possiamo concludere affermando che nel mondo
l’istituzionalizzazione, evidenziando come le ca-
reale la demenza può condizionare negativa-
ratteristiche di malattia e soprattutto il livello di
mente ed in modo indipendente l’autonomia e
gravità del disturbo cognitivo condizionino pe-
la sopravvivenza dell’anziano. Le attuali strategie
santemente il ricorso all’istituzionalizzazione. In
terapeutiche producono solo modesti effetti sul-
particolare un basso punteggio al MMSE risulta-
lo stato cognitivo, i quali però sembrano avere
va fra le caratteristiche più fortemente associate
significative ricadute su eventi clinicamente rile-
e tale associazione era indipendente da tutte
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Strategies for the Design and Fabrication of Improved Transparent Conducting Oxide Thin Films via the use of In-situ Growth Monitoring and the Exploitation of Photonic Band Gap Materials Martyn E. Pemble1, Justin C Costello1, Ian M Povey1, Dimitra Vernardou2* and David W Sheel2 1Tyndall National Institute, University College Cork, Lee Maltings, Prospect Row, Cork, Ireland Email: mailto:mart
Heritage Month Competition Draw The table below shows the entries received and the numbers al ocated to them for the draw. Please note the following: • Regrettably, not everyone who responded to the question qualified to enter the draw… • For all who were disqualified, it was because they did not ‘Like’ our Facebook page (the competition instruction was to ‘L